Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La perlera e il dorador: ecco il museo vivo Tredici artigiani a Palazzo Mocenigo. «Sempre più giovani interessati»
VENEZIA Palazzo Mocenigo trasformato per un giorno in un «museo vivo». Domenica 8 aprile tredici artigiani, custodi di antiche tradizioni, animeranno con le loro attività le sale del palazzo. Un’occasione per vedere chi e come ha restaurato i soffitti lignei della Sala dello scrutinio a Palazzo Ducale, o guardare all’opera l’unico fenester piombador del centro storico; stupirsi ancora, o per la prima volta, di fronte alla trasformazione del metallo in foglia d’oro, o davanti al lavorio delle mani delle merlettaie. Si potranno riscoprire tradizioni artistiche più note, come la realizzazione delle maschere di cartapesta o i metodi di fusione antichi con cui prendono forma le murrine. Ma si potranno apprezzare anche maestranze meno famose, come i fabbri di un’officina che da 400 anni lavora il ferro a Venezia. O vedere il mestiere tramandato di madre in figlia, della perlera, creatrice di perle in vetro di Murano. Nel museo vivo troveranno spazio anche piccole aziende artigianali che hanno saputo conquistare la città in epoche più recenti, come la cioccolateria VizioVirtù, aperta nel 2005 o la torrefazione Girani, famiglia che seleziona e miscela caffè dal 1928. «La città deve riappropriarsi dei propri odori, dei propri rumori, dei propri profumi» sottolinea Stefania Giannici del laboratorio creativo Paperoowl. A Palazzo Mocenigo si potrà esercitarsi a riconoscere suoni antichi, attutiti dalla confusione, come quelli del fabbro o del fenester piombador al lavoro; o gli odori della gommalacca e delle vernici del doratore del legno, coperti forse da quelli dei ristoranti. «E’ un’occasione per ribadire il concetto che Venezia è ancora viva. L’iniziativa porta in luce qualcosa che c’è, esiste anche se in sordina» continua Stefania. Sono tanti, sottolineano gli artigiani veneziani, i giovani che si avvicinano ai loro mestieri. «Bisogna far capire che è ancora possibile lavorare in questo settore» dice Giampaolo Toso di Confartigianato, responsabile dell’iniziativa insieme a Mavive. La tutela del patrimonio artistico, anche immateriale, è allo stesso tempo la chiave per attirare un turismo selezionato e rispettoso. «Venezia ha bisogno di puntare alla qualità e non alla quantità, che ci danneggia» sottolinea il direttore di Mavive Marco Vidal.