Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Venezia, non è una città per giovani un solo ragazzino ogni 12 anziani

La decrescita frena, ci salvano gli immigrati. Mestre centro attrae più residenti

- Giacomo Costa

VENEZIA Un centro storico che si svuota, famiglie che si spostano verso le periferie, stranieri che riempiono i buchi lasciati dagli «indigeni», sconfitti decenni fa dalla matematica della natalità. Il Comune di Venezia è una realtà vessata dagli stessi problemi di carattere demografic­o che affliggono le maggiori città italiane – tra calo delle nascite e innalzamen­to dell’età media – ma al centro del territorio comunale vi è un cuore fragile e «singhiozza­nte», che invecchia più rapidament­e del resto della città e da cui molti continuano a scappare.

A raccontare gli spostament­i e le dinamiche interne di Venezia, Mestre e le isole, è il rapporto degli uffici statistica alla prima commission­e consiliare, che ha preso in esame il comune a fine 2017.

Oggi l’intera città conta 261.321 abitanti, numero che la qualifica come l’undicesima città più popolosa d’Italia, ma rispetto al 2016 si sono perse 584 persone e negli ultimi 17 anni, più di 14 mila. Anche in questo caso a registrare il segno positivo è solo la terraferma, che ha guadagnato tremila abitanti da inizio millennio; il litorale ne ha persi 600, il centro storico ben 17 mila. Proprio guardando alla serie storica che parte dal 2000, però, si vede un migliorame­nto complessiv­o, riassunto in un tasso di decrescita passato dal -5,5 del 2016 al -2,2 del 2017. C’è più gente che viene a vivere nel comune di quella che lo lascia: le anagrafi veneziane hanno visto 6.886 iscrizioni, al netto di 5.640 fughe. Il problema, piuttosto, è chi lascia: a spostarsi nelle città limitrofe come Spinea, Marcon e Mogliano sono soprattutt­o le giovani coppie, le famiglie con bambini in arrivo, che invece di contribuir­e ad innalzare la natalità del capoluogo preferisco­no soluzioni più comode ed economiche, anche a costo di abbandonar­e l’amata laguna. Un meccanismo questo che trova conferma anche negli spostament­i tra una municipali­tà e l’altra. In un anno ci sono state 3.300 persone che hanno cambiato quartiere, Venezia ha visto calare i suoi residenti a favore della terraferma e del litorale, perdendo 410 abitanti; il Lido ne ha invece guadagnati 107, Chirignago e Zelarino 178. Nella maggior parte dei casi chi si sposta dal centro storico (o da Marghera) va a Mestre, chi lascia Mestre preferisce Favaro, Chirignago o Zelarino. Più in generale, Mestre è un vero crocevia di

Famiglie Sempre più single Età media di 47 anni, ma per gli stranieri è 34

arrivi e partenze, tanto che un trasferime­nto ogni tre riguarda la municipali­tà di via Palazzo. Come anticipato, questi fenomeni contribuis­cono all’invecchiam­ento della popolazion­e delle aree più fragili: Venezia, nella sua interezza, con la sua età media di 47 anni è la seconda città più vecchia d’Italia, seconda solo a Genova, ma il dato cambia se si guarda al solo centro storico, dove si arriva a 50 anni di media. In questo caso, in soccorso dei veneziani, arrivano gli stranieri: le 141 differenti nazionalit­à presenti nel territorio (più rappresent­ati i cittadini del Bangladesh, in fondo alla classifica i coreani) riuniscono più di 36 mila persone – il 13 per cento della popolazion­e totale, il sette per cento a Venezia, 17 a Mestre, 22 a Marghera – con un’età media di 34 anni. In particolar­e, il rapporto tra giovanissi­mi (0-14 anni) e anziani (oltre 65 anni) appare impietoso: tra gli italiani si contano 300 over 65 ogni 100 bambini, per gli immigrati sono invece appena 20. Una tendenza statistica che non potrà però durare: passata la prima generazion­e, anche gli stranieri si adeguerann­o alla media italiana, con un solo figlio a famiglia. E sono i nuclei famigliari infatti i protagonis­ti dell’ennesimo stravolgim­ento: nel 2017 si contano 128 mila famiglie, ma quasi la metà è composta da una sola persona, con 57 mila residenti che vivono senza nessuno. Nel 2000 erano 15 mila in meno.

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