Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Boom di targhe straniere Controlli e multe ai furbetti
Dieci stangati: «In Romania con 50 euro si pagano bollo e assicurazione»
Targa straniera per risparmiare sull’assicurazione, non pagare il bollo ed evitare le multe. Sempre più automobilisti la scelgono, anche se comprano la macchina in Italia. È un trucchetto molto diffuso. Giro di vite della polizia locale a Treviso: giù dieci nel mirino: super multe da 532 euro.
La targa straniera consente di risparmiare parecchio sull’assicurazione, di non dover pagare il bollo e perfino di scappare dalle multe: difficile rintracciare il responsabile della violazione, sanzionarlo e ottenere il dovuto. Per questo sempre più automobilisti la scelgono, anche se comprano la macchina in Italia: la fanno immatricolare nuovamente in Romania, Polonia o Germania e si tengono in tasca un bel gruzzolo. È un trucchetto molto diffuso ma anche i controlli, adesso, lo sono. A Treviso la polizia locale ha concentrato parte dell’attività quotidiana proprio su questo fenomeno: ha appena rilevato dieci intestazioni simulate e staccato altrettante super multe da 532 euro.
Multe che, proprio perché la targa è straniera, vanno pagate subito sul luogo dell’accertamento pena il fermo amministrativo del veicolo.
L’ultimo caso è di ieri mattina, lungo le strade della città. Un giovane a bordo di una Opel Astra con targa straniera è stato fermato da un posto di blocco dei vigili. I successivi controlli sul telaio, immatricolato in Italia, non hanno lasciato spazio a dubbi: la macchina, italiana e discretamente nuova, era stata re-immatricolata all’estero. L’automobilista non ha nemmeno opposto resistenza e si è giustificato così: «Tra bollo e assicurazione qui spendo più di mille euro all’anno, in Romania con cinquanta euro pago tutto».
Non è l’unico, purtroppo: le targhe straniere che circolano in Veneto e nel resto del Paese sono molte e non sono solo turisti o imprenditori in viaggio di lavoro. «Si tratta di una violazione molto recente, introdotta nel codice strada pochi anni fa proprio perché il fenomeno cominciava ad essere molto consistente – spiega il vicecomandante della polizia locale di Treviso Giovanni Favaretto -. La norma è stata studiata appositamente per colpire questi stratagemmi per evadere le imposte. Quello che facciamo è semplicemente applicarla, guardando con occhi diversi ciò che succede attorno a noi».
Si tratta di automobili di grossa cilindrata, di lusso o di segmento medio: i possessori sono italiani o stranieri residenti da decenni. I benefici sono molteplici perché fuori dai confini le polizze assicurative hanno un peso decisamente inferiore sui bilanci familiari, il bollo e il super bollo non possono essere richiesti (e quando il veicolo è di grossa cilindrata è un bel risparmio), i verbali delle multe – eccessi di velocità, accessi in ztl, divieti di sosta - si scontrano con un sistema di riscossione che in alcuni Stati non è funzionante. Anche da questo punto di vista il comando trevigiano si è già attrezzato: la riscossione delle multe all’estero è stata esternalizzata a una società che si occupa proprio di questi crediti.
Treviso ha iniziato la sua battaglia: le 10 violazioni riguardavano proprietari di un’auto italiana che «stanchi di pagare le tasse, grazie anche alla compiacenza di alcuni parenti, hanno re-immatricolato il veicolo e poi tornano in Italia indisturbati». Numerosi verbali sono stati elevati nei confronti di conducenti di origine straniera: chi ha acquisito la residenza da più di un anno, è tenuto a far targare la macchina dalla nostra Motorizzazione, ma queste persone circolavano liberamente in violazione della norma. Nel 2017, su scala nazionale, la Stradale ha sanzionato 774 automobilisti: più della metà avevano targa romena.
Ci sono anche altri escamotage per evadere le tasse come il noleggio a lungo termine con una concessionaria slovena o un leasing con una compagnia bulgara.
Il gioco è tanto semplice quanto utilizzato. Ci sono perfino delle agenzie che si occupano di queste formalità: dietro corrispettivo, prelevano l’auto, la portano all’estero, se ne intestano la gestione, ottengono la targa straniera e la riconsegnano al proprietario.
A Treviso però è scattata la linea dura: «Il plauso va ai colleghi che in questi mesi hanno approfondito il tema e che si sono impegnati su questo fronte – chiude Favaretto -, che nonostante le molte incombenze di ogni giorno continuano a lavorare con entusiasmo».