Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Badante si finge malata e convince l’anziano a darle mezzo milione

- Davide Piol

«Per me è un dovere salvare una vita». Poche parole scritte a mano e nascoste tra le carte della cassaforte. Quasi un testamento che dimostra la bontà d’animo e la dolce ingenuità di Luigi Andreoni, l’83enne torinese residente a Belluno, che si è prosciugat­o il conto pur di pagare le false cure alla sua badante. Gabriella Di Giulio, 57enne bellunese alla sbarra per truffa, si era fatta dare in vent’anni 359.000 euro. Una somma enorme che trova significat­o in una vita, quella di Andreoni, costellata di dolori.

Orfano di guerra, era riuscito a ripartire da zero a Torino. Il matrimonio, i figli e il ruolo di dirigente della Facis, nota azienda milanese di abbigliame­nto. Poi la morte della moglie e, due anni dopo, del figlio. Nel 1992, ormai in pensione, si era trasferito da solo a Belluno e aveva deciso di farsi aiutare da una badante per le faccende domestiche. Gabriella Di Giulio ordinava e puliva ma non dormiva in quella casa. Da quello che diceva la sua salute era compromess­a da un tumore al pancreas, che poi si era trasferito al cervello e, infine, allo stomaco. Aveva quindi bisogno di effettuare analisi e operazioni chirurgich­e importanti e soprattutt­o costose. In Italia, in Svizzera e addirittur­a negli Stati Uniti. Andreoni, spaventato dall’idea di perdere un’altra persona a lui cara, le aveva versato sul conto 359.000 euro attraverso vari bonifici. E le aveva consegnato 100.000 euro in contanti senza mai chiedere un documento che testimonia­sse le cure mediche. La dottoressa che l’aveva seguita in quegli anni ha raccontato di non averla mai vista ammalata. «Partivo da Torino ogni tre mesi, circa, per venire a trovare mio padre, ma non avevo mai incontrato la badante – ha raccontato la figlia – Poi nel 2013 mi ha confessato tutto. Ho guardato l’estratto conto e rimanevano 2.000 euro. Mi sono recata in Questura». Andreoni è morto l’anno scorso per setticemia. La figlia si è costituita parte civile. Nella cassaforte dell’uomo sono stati trovati fogli debitament­e compilati con le cifre elargite alla donna. E una lettera destinata alla figlia, attaccata alla fotocopia di una cambiale di 560.000 euro. L’ennesima beffa della badante.

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