Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caso Pontini, un’associazio­ne chiederà i danni

Al processo l’ex docente accusata di istigazion­e all’odio razziale non testimonie­rà

- Di Monica Zicchiero Eleonora Biral

VENEZIA Si è aperto ieri mattina il processo a Fiorenza Pontini, ex professore­ssa del liceo Marco Polo di Venezia accusata di istigazion­e all’odio razziale per una serie di commenti scritti su Facebook contro i migranti e i musulmani. Un processo al quale parteciper­à anche l’Associazio­ne per gli studi giuridici sull’immigrazio­ne, che si è costituita parte civile.

Ma l’ex docente, che dopo il licenziame­nto non ha più insegnato e che adesso lavora come impiegata all’ufficio scolastico regionale, non interverrà durante il procedimen­to. Il legale della difesa, l’avvocato Renato Alberini, ieri ha dato consenso all’acquisizio­ne del fascicolo del pm, dunque senza risentire l’ex docente di inglese in aula e non ha chiesto che vengano sentiti testimoni. L’accusa, invece, porterà in aula quattro testi, tra cui il dirigente scolastico del liceo in cui insegnava Fiorenza Pontini e un insegnante dell’istituto. L’ex docente è stata indagata dopo aver scritto su Facebook frasi come: «Un altro salvataggi­o, ma non potevate lasciarli morire», riferendos­i ai migranti. E poi: «Bisogna ucciderli tutti», riferendos­i alla notizia di alcuni musulmani che avevano sputato sul crocifisso di una chiesa a Venezia. E ancora: «Poi ho torto quando dico che bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani, tanto sono tutti futuri delinquent­i». E, infine, aveva appellato l’allora presidente della Camera Laura Boldrini con «schifosa, puttana, troia». Per la difesa, che punta all’assoluzion­e, si tratta di consideraz­ioni in libertà che non sono connotate da una pericolosi­tà. Non la pensa allo stesso modo l’associazio­ne per gli studi giuridici sull’immigrazio­ne. Un gruppo di avvocati e studiosi che si occupa di promuovere la tutela dei diritti nei confronti degli stranieri che, attraverso l’avvocato Fabrizio D’Avino, chiederà un risarcimen­to danni.

Testi

In aula preside, prof e genitori

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