Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ex ospedale al mare stallo e nuove ipotesi Pesa l’incertezza politica
VENEZIA Il master plan doveva essere pronto alla fine dell’estate 2017 ma, per ora, non se ne vede nemmeno l’ombra. C’è il progetto, presentato quasi un anno fa, ma prima di vedere ruspe al lavoro con demolizioni e cantieri per il restauro e la trasformazione dei padiglioni dell’ex ospedale al mare ci vorrà ancora molto tempo. Il Lido, però, non dovrebbe aggiudicarsi un secondo «buco», la Cassa depositi e prestiti, che ha acquistato l’ex nosocomio di San Nicolò dal Comune al prezzo di 50 milioni, starebbe lavorando per definire i dettagli dell’operazione. Sull’isola, vorrebbero investire, affittando l’ex ospedale dalla Cdp, Club Med e Th Resorts creando, con un investimento tra i 100 e i 130 milioni, un centro wellness a cinque stelle per facoltosi clienti italiani ed internazionali.
L’iter è tuttavia lungo e in salita e prima di tutto serve un business plan, un piano industriale che ancora non c’è ma che, garantiscono da Roma, dovrebbe essere pronto per fine mese. Solo dopo partirà la fase delle autorizzazioni, innanzitutto della Soprintendenza che deve stabilire cosa può essere abbattuto e quali edifici debbano invece essere restaurati. Si sa già, ad esempio, che chiesetta e teatro non possono essere demoliti e, a quanto annunciato un anno fa, l’intenzione è di riqualificarli per inserirli all’interno delle attività del resort a cinque stelle. Secondo quanto trapela da Roma, al momento, sarebbero in corso confronti con le «autorità competenti» proprio sul progetto. L’operazione avrebbe però subito qualche rallentamento per l’incertezza politica e l’assenza di un governo che dovrà rinnovare i vertici di Cassa depositi e prestiti.
Th Resorts e Club Med non si sarebbero, cioè, defilati, anche se si dice che la Cdp abbia in serbo anche altri piani per l’ex ospedale al Mare e che ci
Cdp
La Cassa depositi e prestiti aspetta i nuovi vertici
Interesse Oltre a Th Resorts e Club Med ci sarebbero altri investitori
sarebbero nuove manifestazioni di interesse. Si tratta però di rumors: solo nei prossimi mesi sarà chiaro se il tanto annunciato mega resort di lusso diventerà o meno realtà. Che ci sia una qualche sorta di stallo nelle vendite e nelle locazioni dell’istituto nazionale è però evidente, prova ne è che in una città come Venezia, dove vendere palazzi non sembra essere un problema (venerdì l’Usl 3 ha ceduto a 12,7 milioni di euro palazzetto Stern, hotel affittato per altri dieci anni), restano ancora invenduti diversi immobili di pregio che fanno capo alla Cassa depositi presti.
Ci sono i 2.400 metri quadrati di Palazzo Duodo a Cannaregio, i quasi 5 mila di Palazzo Manfrin vicino alla stazione, i 1.200 del Ziani in fondamenta San Lorenzo, i 2.300 di Palazzo Gradenigo a Santa Giustina, Palazzo Diedo con 3.900 metri quadrati nell’omonima fondamenta e, restando in centro storico, i mille metri quadrati delle ex carceri San Severo. In laguna, infine, l’ex casotto San Pietro (Pellestrina) e le isola San Giacomo in Paludo e Sant’Angelo delle Polveri e tutti, isole e palazzi, non hanno un acquirente.