Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Blitz alla Leonardo contro Erdogan
«Elicotteri da guerra al dittatore». Bazzaro: polizia in ritardo
VENEZIA Hanno tagliato la recinzione, sono entrati «armati» di fumogeni, megafoni, bombolette e striscioni e con i volti coperti da passamontagna arcobaleno hanno riempito di graffiti le porte, i cartelli e i muri dello stabilimento Leonardo Finmeccanica di Tessera. Ieri mattina, nonostante i tentativi di resistenza del personale, gli attivisti di Global Project e dell’associazione YaBasta! Edi Bese! hanno marciato oltre i cancelli del complesso associato ad Agusta Westland per protestare contro le forniture italiane di elicotteri all’esercito turco, in quello che hanno definito un «sanzionamento dal basso». «Vogliamo esprimere il nostro sdegno verso i fabbricatori di morte e distruzione che fanno affari con il dittatore Erdogan», hanno ripetuto al megafono i manifestanti, mentre i muri venivano riempiti di scritte contro il presidente della Turchia. «Leonardo e Augusta-Westland — hanno continuato - sono tra i principali produttori di elicotteri da guerra nel nostro paese. Questa “eccellenza”, in barba alle logiche internazionali, viene esportata verso paesi che usano questi “prodotti” contro i civili». Immediata la reazione del neodeputato leghista Alex Bazzaro: «Una così palese violazione del perimetro di un’area di produzione militare può avere pesanti ripercussioni sulle commesse dell’azienda — dice — da quei contratti dipende il lavoro di 700 dipendenti, questa non è una questione politica ma occupazionale. Quando il governo si insedierà – promette il parlamentare – presenterò un’interrogazione per chiarire la vicenda: la polizia avrebbe dovuto muoversi più rapidamente». Il blitz è durato un quarto d’ora, all’arrivo delle forze dell’ordine il picchetto si era sciolto. Rischiano tutti denunce.
Recinti
I No global hanno tagliato le recinzioni