Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Deposito di gas liquido clienti anche dall’Est Europa «La priorità è la sicurezza»
MESTRE Sono arrivati in tanti, hanno riempito la sala pubblica di Malcontenta e per un’ora e mezza nessuno ha fiatato, tanto era l’interesse per la presentazione dell’impianto a gas naturale liquido che Decal e San Marco Petroli vogliono costruire in via della Geologia. I residenti sono ancora scottati dal passato, dalle discariche abusive, dai container impilati a due passi da casa e dal Vallone Moranzani, che tanti benefici prometteva alla cittadinanza ma è rimasto al palo. Adesso che un’azienda (Venice Lgn, newco di Decal e San Marco Petroli) vuole investire nei tre ettari ex Italcementi tutti vogliono sapere se l’operazione è sicura al 100 per cento. «Questa comunità per un secolo quando le è stato chiesto di dare in nome del lavoro, ha sempre dato ma quando ha chiesto di avere qualcosa in ritorno, spesso le è stato negato - ha esordito il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin - Le crisi, i fallimenti dei piani come il Vallone, la recente batosta della ricerca sulla fusione pesano». Decal ne è consapevole: «Lavoro a Marghera dal 1973, muovevamo 173 metri cubi di prodotti del petrolio, oggi siamo a 2 milioni - ha detto Gian Luigi Triboldi, numero uno di Decal - Il nostro modello è sempre stato Marghera e a Marghera investiamo». La multinazionale ha deciso di puntare a quello che, stando alle decisioni dell’UE, sarà il prodotto di transizione tra carbone e nuove energie rinnovabili: il gas naturale liquido. «In mare evapora, pesa meno dell’acqua, non si incendia come il gpl, non viene nemmeno fabbricato: esiste in natura - ha illustrato l’ingegnere Giovanni Norvedo - qui lo manterremo liquido, in un termos a meno 162 gradi». Entro il 2025, tutti i porti dovranno avere rifornimenti di gln e lungo i corridoi europei dovranno esserci distributori per camion e tir. Oggi l’Italia non ha depositi e l’unico distributore di Padova si rifornisce dall’Olanda. Inoltre, l’est Europa non ha forniture e VeniceLng conta di coprire questa fetta di mercato. «Abbiamo bonificato i 3 ettari, li abbiamo banchinati, la riconversione sarà nella massima sicurezza - ha detto Norvedo - Il gnl riduce il Pm10 del 90 per cento, non ha emissioni di zolfo e le imbarcazioni che lo trasportano sono piccole». «Presenteremo osservazioni al Ministero - ha annunciato Roberto Trevisan, Assemblea contro il rischio chimico - Vogliamo la garanzia che l’impianto è sicuro». Ha aggiunto Franco Rigosi, Medicina democratica: «Diteci la magnitudo del rischio industriale e si faccia un referendum tra i residenti». Altri cittadini, preparatissimi quasi fossero ingegneri, hanno chiesto lumi sull’inquinamento prodotto dall’estrazione del gas e dettagli sulla sicurezza in via della Geologia. «I trasporti impongono limitazioni alla circolazione navale?», ha chiesto un residente. Il Porto ha fatto eseguire un suo studio sui rischi del passaggio delle gasiere: non ce ne sarebbero. «Siamo già al terzo incontro con i vigili del fuoco, la sicurezza è una priorità - ha concluso Norvedo - l’iter autorizzativo dovrebbe concludersi in ottobre e noi potremmo far partire i cantieri subito ma sappiamo che i tempi saranno più lunghi». Martedì 17 la Municipalità redigerà le sue osservazioni al deposito gnl. «Noi siamo qui, disponibili ad ogni confronto», ha detto Triboldi.