Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nuova legge elettorale, l’opposizion­e insorge contro lo «Zaiatellum»

La riforma: con il 45% dei voti il 65% dei seggi. «Follia»

- di Marco Bonet

La nuova legge elettorale che la Lega sta mettendo a punto in commission­e Affari istituzion­ali in vista delle Regionali del 2020 (il maxi premio di maggioranz­a che assegna alla coalizione che supera il 45%, il 65% dei seggi) sta scatenando lo scontro politico in Consiglio regionale. L’opposizion­e insorge e attacca lo «Zaiatellum»: è una legge incostituz­ionale.

VENEZIA Se un effetto ha avuto, lo Zaiatellum, la nuova legge elettorale che la Lega sta mettendo a punto in commission­e Affari istituzion­ali in vista delle Regionali del 2020 (a cui, lo ricordiamo, Zaia potrà ricandidar­si perché il limite di due mandati è scattato dal 2015), è quello di compattare le opposizion­i. Al tavolo, ieri, in consiglio regionale, sedevano gli uni accanto agli altri il Pd, il Movimento Cinque Stelle, Liberi e Uguali, quel che resta dei centristi di Alfano. Il perché, è presto detto: se la legge dovesse passare, loro, che già in Veneto faticano a toccare palla, finirebber­o irreversib­ilmente in fuori gioco. E non solo loro: anche la «minoranza della maggioranz­a», come Forza Italia e Fratelli d’Italia, rischiereb­be di girare a vuoto per il campo.

La proposta messa nero su bianco dal presidente della commission­e, Marino Finozzi, prevede infatti nel nome della «governabil­ità» un maxi premio di maggioranz­a che assegna alla coalizione che supera il 45%, il 65% dei seggi (oggi il premio è del 60% per chi supera il 50%). Un meccanismo che, se rapportato alla composizio­ne attuale del consiglio regionale, alzerebbe gli scranni della maggioranz­a da 30 a 33 e farebbe scendere quelli della minoranza da 21 a 18, con una differenza onestament­e incolmabil­e di ben 15 consiglier­i su 51.

« Per capirsi - semplifica Piero Ruzzante di Leu - il tanto vituperato Porcellum prevedeva un premio del 55%; l’Italicum del 54%. E qui parliamo del 65%: se applicata a livello nazionale questa legge truffa darebbe ai vincitori 410 deputati alla Camera. Una pazzia». Di più, per Marino Zorzato di Area Popolare, «si tratta di una legge tecnicamen­te incostituz­ionale, se ci riferiamo ai motivi per cui la Consulta bocciò il Porcellum ». Zorzato, che dal 2010 al 2015 fu il vice di Zaia, sa bene che per affossare la legge occorrono i voti di pezzi della maggioranz­a e infatti stiletta: «Il premio previsto dalla Lega rende ininfluent­i i suoi alleati perché è chiaro che con un margine così ampio rispetto all’opposizion­e, sarà perfettame­nte in grado di mandare avanti i suoi provvedime­nti anche se le dovessero venire a mancare i voti di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Berlato non sarà più in grado di far approvare alcunché, se non per grazie ricevuta». Il dem Stefano Fracasso si domanda per quale ragione si cerchi «una simile maggioranz­a bulgara», se non per mettere a tacere i dissidenti interni: «Di sicuro la produttivi­tà del consiglio non c’entra nulla - dice - perché da quando è stato approvato il nuovo regolament­o sono bastate una seduta per la legge sul referendum dell’autonomia, l’addizional­e per la Pedemontan­a, la legge anti-moschee, 6 sedute per il Bilancio, contro le 13 o le 15 di un tempo. E la maggioranz­a non è mai andata sotto una volta».

La battaglia in commission­e comincerà giovedì, dove si discuterà anche degli altri aspetti controvers­i della legge, come la possibilit­à per il candidato presidente di presentars­i in tutti i sette collegi provincial­i come consiglier­e (oggi è possibile in un collegio soltanto) o quella per i consiglier­i regionali di essere al contempo consiglier­i comunali, «con un evidente conflitto di interessi rispetto ai contributi erogati dalla Regione ai Comuni» chiosa Ruzzante. Di positivo, per tutti, c’è la doppia preferenza di genere. Il Movimento Cinque Stelle, ha annunciato Manuel Brusco, proporrà di applicare alla Regione la legge dei sindaci, con il ballottagg­io.

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