Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Da Di Maio a Salvini, dal Colle al Vinitaly
Domani e venerdì saranno al Quirinale per le consultazioni. Ma domenica i protagonisti della politica italiana saranno tutti al Vinitaly. Inaugura la presidente del Senato Alberti Casellati, fra gli ospiti anche Di Maio e Salvini.
VERONA Domani e venerdì tutti al Quirinale per le consultazioni del presidente Mattarella. Domenica, invece, appuntamento al Vinitaly. I maggiori protagonisti dei colloqui al Colle saranno presenti a Verona per il primo giorno
del Salone internazionale del vino. A cominciare dalla padovana Maria Elisabetta Alberti Casellati: venerdì la presidente del Senato chiuderà il secondo giro di consultazioni e 48 ore dopo inaugurerà la 52esima edizione del Salone a Veronafiere.
Quel giorno sarà accompagnata dal governatore del Veneto, Luca Zaia e, per il governo, dal viceministero per le politiche agricole Andrea Olivero. Sarà assente dopo quattro edizioni consecutive Maurizio Martina, che si è dimesso da ministro dopo essere diventato segretario reggente del Partito democratico, l’interim è in mano al presidente dimissionario del Consiglio Gentiloni. Domenica hanno confermato la presenza il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio (nel 2015 visitò lo stand della regione Campania quando era vicepresidente della Camera) e il segretario federale della Lega Matteo Salvini, che sarà accompagnato dal vicesegretario federale del Carroccio e vicepresidente di Montecitorio Lorenzo Fontana. Di Maio e Salvini, i due aspiranti premier, tre giorni dopo le consultazioni al Quirinale, si vedranno al Vinitaly, entrambi con la speranza nascosta ma oggi lontana di poter brindare per un’intesa raggiunta. Negli ultimi anni la Fiera di Verona è stato una ribalta importante per i nostri politici. Nel 2010 Luca Zaia, nella doppia veste di neogovernatore Luca Zaia e ministro delle Politiche agricole, accompagnò Giorgio Napolitano, primo presidente della Repubblica a visitare il Salone. Quattro anni dopo Zaia (solo governatore) invitò il neopremier Matteo Renzi nello stand della Regione e gli regalò la bandiera del Veneto. Due anni dopo fu invece invitato il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, che condivideva con Zaia le ragioni del referendum contro le trivelle nell’Adriatico. Nel 2016, anno in cui il Vinitaly numero 50 fu inaugurato da Mattarella, Renzi fu accolto non più dagli applausi del 2014 dai fischi. «Buffone!», gli urlavano gli operatori. L’anticipo di un’inversione di marcia della popolarità che culminò, sei mesi dopo, il 4 dicembre, con la sconfitta al referendum costituzionale.