Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Crociere, la conta della navi escluse L’incognita di un ricorso al Tar
Dal 2019 non passerà la Norwegian Star: troppo alta. E c’è chi fugge a Ravenna
VENEZIA Per ora nessuno parla, e non è difficile immaginare tutti con la calcolatrice in mano: questa sì, questa no, questa sì, questa no. L’algoritmo è ufficiale e dall’1 luglio sarà una formula matematica stabilita dalla Capitaneria di Porto di Venezia con l’ordinanza pubblicata lunedì a dire quali navi da crociera potranno entrare in laguna e sfilare davanti a piazza San Marco e quali invece dovranno andare altrove. Tanto che si dice che già una compagnia abbia deciso di spostare una nave a Ravenna, mentre alcune – sulla base dei primi rumors risalenti alle scorse settimane e quindi della trasmissione del testo per un parere – avrebbero già calcolato se possono mantenere le navi già previste nel calendario degli approdi alla Marittima oppure se devono cambiarle. Nel frattempo però sia Vtp, cioè il gestore del terminal, sia Clia, l’associazione delle compagnie, che Assoagenti, il « sindacato » delle agenzie marittime, si trincerano dietro un secco no «comment», in attesa di capire anche se l’ordinanza sarà impugnata di fronte al Tar.
In realtà una prima «simulazione» la Capitaneria l’aveva già fatta ed era contenuta in uno studio tecnico propedeutico all’ordinanza. I tecnici avevano preso due navi praticamente uguali per stazza, cioè la Norwegian Star e la Costa Luminosa, che pesano 92 mila tonnellate. Entrambe, dunque, attualmente ammesse con il limite di 96 mila tonnellate autoimposto dalle compagnie. Ma per il futuro sarà diverso. Il punto di partenza dell’algoritmo è infatti il cosiddetto «modulo d’armamento», che combina insieme 4 valori chiave: il dislocamento (cioè la massa spostata dalla nave, che è pari al peso della parte sott’acqua), la superficie laterale complessiva dello scafo, la larghezza e il cosiddetto «air draft», cioè l’altezza visibile sopra la linea di galleggiamento. Ed è proprio qui che la Norwegian, che spunta sopra l’acqua di 59 metri e mezzo, sarà penalizzata: il suo valore di 6566 potrà avere il «semaforo verde» rispetto al limite previsto per l’anno in corso (6600), ma non quello più severo del 2019 (6300). La Costa Luminosa, invece, che è più bassa, va sotto i 6300 «punti» e passerà anche l’anno prossimo.
In ogni caso già a settembre il gruppo di lavoro dei tecnici che verrà costituito sul tema farà una prima valutazione degli effetti concreti. La prima impressione è che quest’anno saranno limitati, mentre dall’anno prossimo ci sarà qualche taglio in più. Qualcuno parla addirittura del 10-15 per cento, ma in realtà le compagnie probabilmente sostituiranno le navi per non perdere la tappa di Venezia, come fecero all’entrata in vigore del limite di 96 mila tonnellate. La stretta sarà poi sempre più progressiva – l’ordinanza è stata definita «dinamica – e dal 2020 dovrebbe riguardare non solo la dimensione e l’impatto delle navi, ma anche il loro numero, sempre sulla base di quanto deciderà il gruppo di lavoro. Nel testo si parla infatti di revisione « in diminutio » sia per quello che riguarda i parametri di dimensioni delle navi che «dei loro passaggi».
Intanto tra gli operatori del Porto c’è attesa ma anche un po’ di sfiducia, per un futuro che non si riesce a vedere così roseo, visto che le soluzioni paiono lontane.