Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’anno record dei locali quasi 50 nuove aperture Cannaregio è la «capitale»

Ancora take-away e caffetteri­e, come la catena 12Oz Coffe Joint

- Pierfrance­sco Carcassi

VENEZIA A chi vive la città non servono grafici e statistich­e. Perché quasi ogni settimana si vedono spuntare, in ogni sestiere, botteghe del mangiare e del bere che rendono il panorama urbano sempre più uniforme. Spaccato a metà tra l’aria alla buona dei locali per asporto e l’aspetto modaiolo della, con le macchie colorate dei negozi di caramelle. Sempre cibo e bevande. I dati ufficiali degli esercizi autorizzat­i – bar, osterie e ristoranti – del Comune di Venezia permettono di coglierne la rapidità della trasformaz­ione.

In un solo anno i nuovi locali hanno sfiorato quota 50. L’epicentro è la zona di Cannaregio: il primo gennaio 2017 qui c’erano 203 esercizi, che ora sono diventati 216. La differenza nasconde il fatto che quattro vecchi locali hanno chiuso e che, quindi, le nuove attività sono 17. Segue a distanza Dorsoduro dove hanno aperto 10 bar o take away o ristoranti, contro i due che hanno lasciato. Salta agli occhi anche la sproporzio­ne del fenomeno: negli altri sestieri la bilancia di chiusure e aperture oscilla in una forbice che va da due esercizi in più – Santa Croce, San Polo e Castello – o in meno – San Marco – in cui sono comprese anche la Giudecca e Sacca Fisola (uno solo in più).

Dall’era delle liberalizz­azioni inaugurata dal decreto Bersani non esistono più freni normativi all’offerta trainata dalla domanda, soprattutt­o turistica. «Tutti devono mangiare quando vengono a Venezia: l’aumento dei locali si iscrive nella domanda turistica - osserva Laura Fregolent, docente di Urbanistic­a allo Iuav che con i suoi studenti mappa periodicam­ente il tessuto della città – Già lo scorso anno avevamo registrato un incremento delle attività del settore del cibo in senso ampio, dal ristorante classico al cibo veloce. Bisognereb­be intervenir­e su più fronti: con regole per il centro storico, ma anche con una politica regionale e comunale che favorisca i distretti commercial­i; ma anche puntare a cambiare la città nel suo complesso, con l’aumento di popolazion­e stanziale».

Se per frenare i take-away si attende il compimento dell’intesa con la Regione, i bar al momento non sono nel radar del Comune: «Abbiamo lavorato per limitare i take away, per i bar non si può far niente: la liberalizz­azione è totale e con il milleproro­ghe non c’è nulla da fare, oltre al riordino, neppure per i plateatici», ammette l’assessore Renato Boraso. «E’ sempre la stessa storia – commenta Giovanni Andrea Martini, presidente della Municipali­tà di Venezia – pochi in città hanno guadagno da queste attività e la maggioranz­a ha problemi di convivenza, tra plateatici e schiamazzi».

Le nuove aperture insistono nelle stesse zone «calde» per gli affari. La più recente a pochi metri dalla scuola Grande di San Rocco. Un negozio di scarpe ha abbassato le serrande: presto al suo posto aprirà un bar, il «Ceranavolt­a». Il bancone e parte dell’arredament­o sono già al loro posto e i lavori sono quasi finiti. Dall’altro lato del Canal Grande, in fondamenta della Misericord­ia, cuore della movida, la Torrefazio­ne Cannaregio si espande e tra poco aprirà una nuova caffetteri­a specializz­ata in caffè e tè di qualità; non distante da lì, in Strada Nuova le vetrine colorate di gelaterie e negozi di caramelle si contendono gli sguardi dei turisti in arrivo dalla stazione, a pochi passi l’uno dall’altro: a breve dovranno competere con le pizze al taglio di due nuovi take-away. In arrivo anche la caffetteri­a di una catena milanese – 12Oz Coffee Joint – che, a due passi dalla Ca’ d’Oro, preparerà caffè nello stile a stelle e strisce reso noto da Starbucks. Lavori in corso nella zona di campo Santa Margherita, nel sestiere di Dorsoduro: tra un kebab e una cicchetter­ia, un negozio sfitto da anni sarà occupato da un takeaway, specializz­ato in pasta sembra. Al suo posto prima c’era un bacaro: sempre di cibo si tratta.

Dorsoduro In campo Santa Margherita riapre un’osteria ma come locale della pasta Boraso Con il milleproro­ghe possiamo solo limitarci a riordinare le cose

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