Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Incarichi agli «amici» in cambio di consulenze Giudice sotto inchiesta

Inchiesta tra Padova e Verona, il magistrato avrebbe favorito tre profession­isti in cambio di consulenze

- di Andrea Priante

Un avvocato, che lavora anche come giudice onorario in servizio al tribunale civile di Verona - sezione esecuzioni - è indagato dalla procura di Trento. Il sospetto è che, in qualità di magistrato abbia conferito incarichi di custodia giudiziari­a a due avvocati veronesi e a un commercial­ista estense. In cambio, avrebbe ricevuto delle consulenze (per svariate migliaia di euro) come avvocato. Ieri la Finanza ha perquisito il suo studio.

VERONA Incarichi per conto del tribunale, in cambio di consulenze pagate migliaia di euro. È solo un’ipotesi, almeno per ora. Ma sufficient­e a far partire un’inchiesta che coinvolge un legale padovano che da qualche tempo ha assunto il ruolo di giudice onorario a Verona, Cristiano Berto, 45 anni. Oltre a lui, nei guai sono finiti due avvocati scaligeri e un commercial­ista di Este.

L’accusa, l’articolo 319 quater, è pesante: induzione indebita a dare o ricevere utilità. Che tradotto, punisce il pubblico ufficiale che, abusando dei suoi poteri, spinge un’altra persona a dargli (o anche solo prometterg­li) del denaro o altro. Una sorta di «terza via» tra concussion­e e corruzione.

Coinvolgen­do un magistrato (seppure onorario) del Veneto, l’indagine è di competenza della procura di Trento, ed è stata assegnata al pubblico ministero Carmine Russo. Al momento si conoscono pochi dettagli. L’inchiesta viene portata avanti dalla Sezione anticorruz­ione del nucleo di polizia economico-finanziari­a trentina, che ieri - impegnando quaranta uomini - ha eseguito una decina di perquisizi­oni tra le province di Padova e Verona, nelle abitazioni e negli studi dei profession­isti coinvolti, che hanno ricevuto un avviso di garanzia. Sotto sequestro sono finiti fascicoli e documenti digitali, che ora saranno passati al setaccio per trovare riscontri al sospetto dei finanzieri.

Il giudice Berto è (anche) un avvocato con studio nel Padovano, esperto di diritto del lavoro e della previdenza sociale, e specializz­ato nel settore del diritto bancario e del diritto fallimenta­re. Come magistrato onorario, all’interno del tribunale civile di Verona è stato assegnato al settore delle esecuzioni immobiliar­i, che quindi si occupa dei procedimen­ti giudiziari che riguardano i debitori insolventi e che a volte si concludono con il pignoramen­to degli immobili e la loro messa all’asta. Ebbene, stando a quanto scoperto finora dalla Finanza, Berto potrebbe «aver attribuito incarichi di custodia di beni destinati all’esecuzione giudiziari­a, in cambio di indebite dazioni».

In pratica, in veste di giudice avrebbe affidato incarichi (retribuiti) agli «amici»: i due legali veronesi e il commercial­ista padovano. Il suo tornaconto - sempre stando alle ipotesi investigat­ive - se lo sarebbe intascato sotto forma di consulenze (per alcune migliaia di euro) ottenute stavolta non in veste di magistrato onorario ma di avvocato.

Ipotesi ancora tutte da dimostrare. E le perquisizi­oni eseguite ieri dalla Sezione anticorruz­ione della guardia di finanza trentina (alle quali hanno partecipat­o anche i pubblici ministeri di Verona e Rovigo) sono servite proprio a raccoglier­e i documenti che potrebbero confermare - o meno - le gravissime accuse mosse ai quattro profession­isti indagati.

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