Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Incarichi agli «amici» in cambio di consulenze Giudice sotto inchiesta
Inchiesta tra Padova e Verona, il magistrato avrebbe favorito tre professionisti in cambio di consulenze
Un avvocato, che lavora anche come giudice onorario in servizio al tribunale civile di Verona - sezione esecuzioni - è indagato dalla procura di Trento. Il sospetto è che, in qualità di magistrato abbia conferito incarichi di custodia giudiziaria a due avvocati veronesi e a un commercialista estense. In cambio, avrebbe ricevuto delle consulenze (per svariate migliaia di euro) come avvocato. Ieri la Finanza ha perquisito il suo studio.
VERONA Incarichi per conto del tribunale, in cambio di consulenze pagate migliaia di euro. È solo un’ipotesi, almeno per ora. Ma sufficiente a far partire un’inchiesta che coinvolge un legale padovano che da qualche tempo ha assunto il ruolo di giudice onorario a Verona, Cristiano Berto, 45 anni. Oltre a lui, nei guai sono finiti due avvocati scaligeri e un commercialista di Este.
L’accusa, l’articolo 319 quater, è pesante: induzione indebita a dare o ricevere utilità. Che tradotto, punisce il pubblico ufficiale che, abusando dei suoi poteri, spinge un’altra persona a dargli (o anche solo promettergli) del denaro o altro. Una sorta di «terza via» tra concussione e corruzione.
Coinvolgendo un magistrato (seppure onorario) del Veneto, l’indagine è di competenza della procura di Trento, ed è stata assegnata al pubblico ministero Carmine Russo. Al momento si conoscono pochi dettagli. L’inchiesta viene portata avanti dalla Sezione anticorruzione del nucleo di polizia economico-finanziaria trentina, che ieri - impegnando quaranta uomini - ha eseguito una decina di perquisizioni tra le province di Padova e Verona, nelle abitazioni e negli studi dei professionisti coinvolti, che hanno ricevuto un avviso di garanzia. Sotto sequestro sono finiti fascicoli e documenti digitali, che ora saranno passati al setaccio per trovare riscontri al sospetto dei finanzieri.
Il giudice Berto è (anche) un avvocato con studio nel Padovano, esperto di diritto del lavoro e della previdenza sociale, e specializzato nel settore del diritto bancario e del diritto fallimentare. Come magistrato onorario, all’interno del tribunale civile di Verona è stato assegnato al settore delle esecuzioni immobiliari, che quindi si occupa dei procedimenti giudiziari che riguardano i debitori insolventi e che a volte si concludono con il pignoramento degli immobili e la loro messa all’asta. Ebbene, stando a quanto scoperto finora dalla Finanza, Berto potrebbe «aver attribuito incarichi di custodia di beni destinati all’esecuzione giudiziaria, in cambio di indebite dazioni».
In pratica, in veste di giudice avrebbe affidato incarichi (retribuiti) agli «amici»: i due legali veronesi e il commercialista padovano. Il suo tornaconto - sempre stando alle ipotesi investigative - se lo sarebbe intascato sotto forma di consulenze (per alcune migliaia di euro) ottenute stavolta non in veste di magistrato onorario ma di avvocato.
Ipotesi ancora tutte da dimostrare. E le perquisizioni eseguite ieri dalla Sezione anticorruzione della guardia di finanza trentina (alle quali hanno partecipato anche i pubblici ministeri di Verona e Rovigo) sono servite proprio a raccogliere i documenti che potrebbero confermare - o meno - le gravissime accuse mosse ai quattro professionisti indagati.