Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il Cvn compra la «cavalletta» e risparmia 40 milioni
Nel progetto originario ne erano previsti due, per un costo complessivo di 110 milioni di euro: ma se quando sono arrivati il primo era già stato finito – peraltro in maniera non corretta, tanto che è stato necessario un costoso «tagliando» sotto la supervisione dell’Università di Napoli per rimetterlo in sesto – i commissari del Consorzio Venezia Nuova sono riusciti a stoppare la costruzione del secondo jackup, la nave speciale che serve per installare e disinstallare le paratoie del Mose sia in fase di realizzazione che in quella di manutenzione. Il problema è però che anche se il jack-up era di sicuro molto costoso – troppo visti i chiari di luna attuali – non è venuta meno la necessità di avere due mezzi per intervenire in contemporanea in caso di problemi in due schiere diverse oppure per poter sostituire in maniera più veloce le paratoie per la manutenzione: una portata da un mezzo, l’altra recuperata dal secondo. Così nei giorni scorsi è stato formalizzato l’acquisto della cosiddetta «cavalletta» dell’impresa Fagioli, con cui sono state montate la maggior parte delle paratoie, visti i problemi del primo jack-up. Un’operazione che ha consentito al Consorzio di risparmiare oltre 40 milioni di euro. Al posto dei 55 milioni di cui sopra, infatti, se ne spenderanno meno di 15: circa 3 milioni per l’acquisto del mezzo (compresi anche i canoni versati finora in questi mesi), 2,5 per il cosiddetto «telaio pescatore» (comprato da Fip del gruppo Mantovani), 6,3 per i lavori di adattamento, visto che la nave deve essere modulabile a seconda della dimensione della paratoia da prendere, infine un altro paio di milioni per un pontone che la affianchi nelle operazioni. D’altra parte la «cavalletta» è stata usata perfino per recuperare dal fondo del mare il barcone di una delle più terribili tragedie degli ultimi anni, con centinaia di migranti morti in acqua nel canale di Sicilia il 18 aprile 2015.
Buone notizie, dunque, nonostante la crisi dell’opera e il rallentamento dei lavori, denunciato alcuni giorni fa dal provveditore Roberto Linetti. Proprio ieri i vertici di Clodia, la scarl composta da Condotte e Kostruttiva (entrambe in concordato preventivo) ha firmato la presa in carico di nuovi lavori dopo uno stop dei cantieri di oltre un mese a Chioggia.