Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Morandi in Arena «Torno nel mio posto del cuore»

La stagione pop inizia con il cantante bolognese, che sceglie il Veneto per chiudere il tour: «Torno in un luogo speciale. Il ricordo più bello? Quando mi diresse Morricone. Il disastro canoro con Rovazzi? Poi siamo migliorati»

- Verni

L’ultima volta qui aveva scelto di indossare la divisa dei «Capitani coraggiosi», in coppia con Claudio Baglioni. Mercoledì Gianni Morandi avrà l’Arena di Verona tutta per sé come chiusura della tournée primaveril­e del nuovo «D’amore d’autore» e come evento d’apertura della stagione areniana (ore 21, info www.fepgroup.it).

Che valore aggiunto ha un palco come quello dell’Arena?

«È speciale perché esteticame­nte bellissima e perché ha una storia impression­ante, basti pensare a tutti gli artisti che vi sono passati. Non è come suonare in uno stadio o in un palasport, è qualcosa di diverso, molto, molto speciale. Poi sarà l’apertura della stagione areniana e il fatto di essere il primo artista mi riempie d’orgoglio».

L’ultima volta ai Wind Music Awards aveva cantato con Rovazzi, ma non era andata benissimo.

«Con Rovazzi è stato un mezzo disastro, non sentivo nulla nelle cuffie e non avevamo mai cantato “Volare” assieme dal vivo. Ero davvero imbarazzat­o. In altre occasioni è venuta meglio; quella dell’Arena è stata una bella lezione, poi ci siamo corretti».

Quale è il suo ricordo del cuore in Arena?

«Ricordo una delle due serate del 2013, in diretta per Canale 5. Venne a trovarmi Ennio Morricone che eseguì prima un pezzo di “C’era una volta il west” e poi mi diresse in una canzone che aveva arrangiato per me cinquant’anni prima. Chi avrebbe mai potuto immaginare che dopo 50 anni avrei cantato in Arena diretto dall’arrangiato­re dell’epoca diventato un gigante! È stata una cosa davvero molto emozionant­e rivivere insieme al maestro un pezzo di strada comune».

«D’amore d’autore» è il 40esimo album di inediti della sua carriera, agli inizi avrebbe mai sperato di tagliare un simile traguardo?

«La mia carriera è stata dav-

vero strana. I primi dieci anni sono stati folgoranti, con milioni di copie vendute, ma poi c’è stato un momento di grande buio e lontananza dal pubblico. Quando ricomincia­i, nell’‘80 avevo 36 anni e mi sentivo vecchio. Per fortuna in questo periodo sono venute fuori le cose più curiose e interessan­ti della carriera, dal cinema al teatro, dalla television­e a Sanremo e tante canzoni. Ancora oggi mi sembra un miracolo».

Sui social ha perdonato l’autrice della foto nei bagni dell’autogrill: non le ha dato fastidio?

«I social sono un mezzo incredibil­e, ma tutto dura molto poco. Sono abituato a venir fotografat­o ovunque, ma in questo luogo.. non credevo neppure che avesse scattato. Ero ai servizi e sento “possiamo fare una foto? Il pullman sta per ripartire”, io le rispondo “signora ma vede dove sono?” e la mando un po’ a quel Paese. Poi vedevo questa foto passare da un sito all’altro: allora ho deciso di utilizzarl­a per sdrammatiz­zare».

Quali sono i tre album che ha ascoltato di più nella vita?

«Il primo che mi sono comprato era di Joao Gilberto, “Chega de saudade”. Poi Lucio (Dalla, ndr) che conobbi in quegli anni mi regalò un disco di Ray Charles, “Ingredient­s in a recipe for soul”. Molti anni dopo ho ascoltato fino allo sfinimento “La voce del padrone” di Franco Battiato».

Ascolta anche rap italiano? «Sono molto attento. Trovo molto interessan­ti Ghali, Sfera Ebbasta, Gué Pequeno e Salmo. Raccontano delle cose importanti, è un grande movimento che bisogna tenere in consideraz­ione».

 ?? In Arena ?? Gianni Morandi, mercoledì chiude il tour «D’amore d’autore» a Verona (foto: Simone De Luca)
In Arena Gianni Morandi, mercoledì chiude il tour «D’amore d’autore» a Verona (foto: Simone De Luca)
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