Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Moretti: «Veneti minoranza? Persi soldi e tempo» Secessionisti furiosi
VENEZIA Dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale della legge che voleva fare dei veneti una «minoranza nazionale», si alza il fuoco di fila del Pd che a dicembre 2016, quando la legge fu approvata dal consiglio regionale, strenuamente si oppose denunciandone proprio l’evidente incostituzionalità.
«Lo avevamo detto sia dall’inizio: la legge sul bilinguismo è inutile, se non dannosa , visto che ha impegnato risorse importanti, soldi dei veneti, in una propaganda personalistica del governatore - attacca la dem Alessandra Moretti (foto) -. In un mondo che parla sempre di più la lingua dell’impresa come si poteva pensare che il Veneto, terra di traino del Pil italiano, tornasse ai dialetti? Rappresentano la nostra cultura e la nostra identità e sono bellissimi, sia chiaro, ma non devono rappresentare mai un grado di separazione dal resto del Paese. Ora sappiamo che la legge voluta da Zaia e che pure ha spaccato la maggioranza, è anticostituzionale, molto bene. La Venexit non si farà».
Non mancano, però, pure le voci contrarie, che se la prendono con i giudici della Consulta e finanche con la Regione, colpevole di non aver difeso con abbastanza forza la legge. Ieri era stato il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti a lamentare: «Per la Corte costituzionale non esiste un Popolo Veneto, così si negano secoli di Storia». Oggi è Roberto Agirmo di Indipendenza Noi Veneto a commentare: «La Regione poteva farne un caso difendendo la legge a spada tratta, cosi non ha fatto, ma al pari di Ponzio Pilato se n’è lavata le mani. Certo se la legge fosse passata le competenze acquisite ci avrebbero dato uno status superiore all’autonomia, senza altri passaggi. Questa bocciatura, è l’ennesima dimostrazione che lo Stato Italiano è terrorizzato dalle rivendicazioni del territorio».