Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Un «film» in banca: agenti al posto di impiegati e clienti scatta la trappola

- E. Bir.

L’appuntamen­to era stato fissato da giorni. Lui è arrivato in banca con un assegno da 16.800 euro convinto di poterlo versare e incassare. Non sapeva che ad aspettarlo c’era la polizia agli sportelli.

Gli agenti, che erano stati contattati dalla direttrice dell’istituto di credito, sono arrivati prima del truffatore, hanno fatto uscire tutti i clienti e sono andati «in scena», seduti alle scrivanie come finti impiegati e in coda agli sportelli come finti clienti. Una trappola che ha funzionato e ha permesso di smascherar­e il raggiro che una banda di truffatori stava per compiere. Quattro persone sono state denunciate ma per due di loro sono scattate anche le manette perché avevano dei documenti falsi validi per l’espatrio.

L’operazione, simila a un film, risale a venerdì pomeriggio ma tutto è cominciato qualche giorno prima, quando una donna si è presentata alla filiale di Banca Intesa di viale San Marco a Mestre. «Vorrei aprire un conto corrente», ha detto all’impiegata che, però, di fronte ai documenti e alle richieste ha avuto qualche sospetto e ha avvisato la direttrice. La cliente è stata allontanat­a con una scusa e l’istituto di credito ha avvisato la polizia. Qualche giorno è arrivato un complice della donna. Ha chiesto un appuntamen­to e la direttrice, insospetti­ta, lo ha fissato un’ora più tardi e nel frattempo ha avvisato gli agenti del commissari­ato di Mestre che hanno preparato la trappola. Il cliente truffatore, Antonio Tranchese, napoletano di 32 anni, voleva aprire un conto per depositare un assegno di circa 17mila euro intestato a un uomo al quale aveva rubato l’identità, creando una carta d’identità falsa. In questo modo si sarebbe intascato l’intera somma. Non ci è riuscito perché la polizia, che era agli sportelli e appostata dell’istituto di credito, lo ha arrestato non appena è entrato e ieri, di fronte al giudice, dopo l’accordo tra il pm e il suo avvocato Luca Mandro ha patteggiat­o un anno, 9 mesi e 10 giorni. Altri agenti hanno fermato, all’esterno, tre complici. Rosaria Scanniello, 36 anni, è stata arrestata, anche se poi il giudice non ha convalidat­o e l’ha rimessa in libertà. Un’altra coppia di 28 e 31 anni è stata denunciata.

L’indagine ora proseguirà, visto che i quattro avevano diversi assegni destinati a persone reali, ma documenti d’identità falsi con i nomi degli intestatar­i degli assegni. Si punta infatti a capire come i truffatori ne siano entrati in possesso.

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