Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Foto pedofile nel cellulare del ladro di elemosine

- M. Cit.

REVISO Nel suo passato ci sono denunce, arresti e varie condanne come ladro di elemosine. Nel suo presente, un processo per detenzione di materiale pedopornog­rafico. In quantità così ingente da costituire un’aggravante. Protagonis­ta il 41enne E.B. di Vittorio Veneto, attualment­e in carcere a Santa Bona per le vicende relative a quella che era la sua specializz­azione, e cioè i furti in chiesa, operati con stecche di metallo alle quali applicava bioadesivo o colla per riuscire a prelevare le monetine dalle cassette.

A portarlo alla pesantissi­ma accusa di detenzione di video e immagini pedopornog­rafiche è stato un caso. O meglio, uno di quei furti da lui commessi in maniera seriale. Il 14 novembre 2015, mentre a Treviso si celebrava un processo per altre elemosine rubate, era infatti stato pizzicato dai carabinier­i a rubare per l’ennesima volta nella cattedrale di Ceneda, a Vittorio Veneto. In quell’occasione i militari avevano operato una perquisizi­one personale e domiciliar­e al 41enne, e avevano sequestrat­o il suo telefono cellulare. Una prassi per le indagini sui furti. Diventata però l’occasione per dare inizio a un’inchiesta subito trasferita alla procura distrettua­le di Venezia, competente per questo tipo di reati.

In quel cellulare, infatti, i carabinier­i avevano scoperto immagini sconcertan­ti, inequivoca­bilmente pedopornog­rafiche. Sette video e 280 fotografie che ritraevano minorenni nudi, in pose sessualmen­te provocanti o nell’atto di compiere atti sessuali, tra loro o con adulti.

Per l’uomo è scattata l’accusa di detenzione di materiale pedopornog­rafico, con l’aggravante di averne detenuta un’ingente quantità. Una volta chiusa l’indagine, il pubblico ministero veneziano Alessia Tavarnesi ha chiesto e ottenuto per il 41enne, difeso dall’avvocato Andrea Zambon, il rinvio a giudizio. Il processo, per competenza territoria­le si svolge a Treviso, dove si è aperto ieri mattina davanti al collegio dei giudici. Si torna in aula il 24 luglio.

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