Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’impatto a cento chilometri all’ora «Il sogno è diventato tragedia»
L’incidente di Enrico Marafatto a Santa Barbara. La moto sbalzata fuori strada
MESTRE «Una splendida coppia e una famiglia felice, come possono testimoniare i tre figli, attenti ed educati, che ora dovranno fare i conti con un dolore tremendo», dice don . Massimo Cadamuro, parroco di Campalto.
La tragedia che ha colpito Enrico Marafatto riverbera ancora. L’uomo era partito venerdì alla volta degli States, assieme ad alcuni amici, per realizzare il suo sogno di un viaggio coast to coast lungo la leggendaria route 66, in sella ad una fiammante Harley Davidson. L’avventura di una vita era il regalo che l’architetto si era concesso per il suo cinquantesimo compleanno, ma si è concluso a Lompoc, nella contea di Santa Barbara, dove la moto del professionista veneziano si è schiantata contro una Ford Explorer guidata da 67enne americano. A bordo dell’auto anche tre passeggeri, tutti rimasti feriti nello scontro. Ad avere la peggio però è stato proprio l’italiano che, l’impatto a circa cento chilometri orari, ha sbalzato via dal sellino, proiettandolo sull’asfalto. Tremende le ferite riportate, neppure i sanitari americani hanno potuto impedire che l’uomo si spegnesse a diecimila chilometri da casa. In California erano da poco passate le 14, ma la notizia è arrivata quando a Mestre era già notte, a cavallo tra domenica e lunedì. Quando l’ha saputo, la moglie si è rifugiata nel conforto dei famigliari e degli amici, ha chiesto conforto allo stesso parroco che la famiglia ancora raggiungeva per gli auguri ad ogni festa. «Adesso sarà Elisabetta a doversi fare carico di tutto ora, a dover spiegare cosa è successo ai bambini — sottolinea don Massimo — Tutti però qui si stringono a loro e sono pronti ad aiutare, pur rispettando il loro lutto in queste ore terribili».
Nei prossimi giorni dovrà affrontare il complicato processo di rimpatrio della salma: i medici legali americani potrebbero procedere ad un’autopsia, ma i famigliari possono scegliere di rifiutarne gli esiti e ripeterla in Italia, rendendo però ancora più complesso il rientro. Quello che è già scontato è il luogo dei funerali, che con ogni probabilità saranno organizzati proprio nella chiesa di Campalto, dove Enrico Marafatto aveva ancora gran parte dei suoi affetti. «Avevamo un progetto in cantiere, e quando sarebbe tornato ne avremmo parlato meglio — ricorda il consigliere comunale Saverio Centenaro, che conosceva molto bene l’architetto, anche consulente urbanista per la fondazione Querini Stampalia — Enrico era sempre una garanzia, con lui non c’era mai da preoccuparsi. Ancora fatico a credere a quanto è successo». Si stava occupando anche di un intervento previsto nell’area dell’Aev Dese Sud, in un terreno della stessa Fondazione. «Abbiamo avuto la notizia dai giornali, ma ci è sembrato impossibile — ripetono increduli gli abitanti di Campalto — Come si può morire mentre si realizza un sogno? E’ stata proprio una tragedia per una famiglia felice». ● ●