Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Alias, così le università «aprono» ai transgende­r

Novità a Ca’ Foscari: garantiamo dignità e un ambiente sereno. Già due episodi allo IuaV

- Giulia Busetto

VENEZIA Tutto è partito dallo studente che, in attesa di un cambiare sesso, ha preteso un libretto universita­rio con un nome diverso. È successo in entrambe le università veneziane, ma con tempi e ragazzi differenti. E agli atenei non è bastato accontenta­re i due giovani, perché dalla riflession­e i senati accademici hanno attivato una procedura che ha permesso ad altri laureandi di fare la stessa cosa. Ora, tra i banchi dello Iuav, ce ne sono due. E anche quelli di Ca’ Foscari ne ospitano più di uno.

In termine tecnico le due università le chiamano «carriere alias», ossia percorsi universita­ri che, nei documenti interni all’ateneo, tesserino compreso, si riferiscon­o con un nuovo nome allo studente in transizion­e di genere. Un nome scelto da lui, diverso da quello scritto all’anagrafe, da utilizzare in ambito accademico prima ancora che questo venga confermato da un tribunale e poi trascritto ufficialme­nte nella carta d’identità. Con quello che per il momento rimane un alias, l’iscritto transessua­le può prenotare online gli esami, accedere alle bibliotech­e, alle videoteche e alle aule computer. Tutto questo, dicono i due atenei, non solo «per garantire la dignità dell’individuo, ma anche un ambiente di studio sereno». A questa nuova tutela della privacy ci ha pensato per prima lo Iuav nel 2015. È stato uno studente transgende­r, prima ancora di conoscere il risultato dei test d’accesso, a presentare il problema in segreteria studenti. Da qui l’approvazio­ne immediata del senato accademico. Poi l’eccezione è diventata prassi e la pratica ha fatto scuola. Quell’aspirante iscritlibr­etto to non ha superato l’esame d’ammissione e non si è mai immatricol­ato. Ma ha aperto la strada ad altri due universita­ri che ora leggono il nuovo nome sul frontespiz­io del loro elettronic­o. Niente modulistic­a, per lo Iuav, la procedura è affidata a un referente dell’ateneo, che raccoglie le richieste. Ca’ Foscari domanda invece ai suoi studenti di inviare via mail la documentaz­ione amministra­tiva e medico diagnostic­a che attesti il percorso psicoterap­eutico verso la riassegnaz­ione del sesso. I giovani vengono poi ricontatta­ti per stipulare un accordo confidenzi­ale con l’ateneo. Una procedura fresca quella cafoscarin­a, rispetto alla collaudata formula dello Iuav. Nell’attestato di laurea però in attesa di una sentenza del tribunale, per legge, dovranno essere riportati i dati anagrafici originali.

Laurea Nell’attestato di laure ci sarà il nome originale: la legge non lo prevede

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Identità A Ca’ Foscari arriva la carriera alias per gli studenti in transizion­e di genere

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