Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Avm, dipendente «furbetto» sospeso
L’uomo timbrava ed usciva per attività personali. Indaga la Procura di Venezia
VENEZIA Timbrava il cartellino facendo gli straordinari, ma in realtà lasciava l’ufficio e seguiva attività personali. Avm (Azienda Veneziana della Mobilità di cui fa parte Actv) dopo aver svolto alcune verifiche in seguito alla «denuncia», ha deciso di sospendere il dipendente. Nessun licenziamento, almeno per ora, l’azienda però ha segnalato il caso alla procura di Venezia che ora sta svolgendo un’indagine. E’ il risultato della denuncia anonima dei colleghi.
VENEZIA Timbrava il cartellino facendo gli straordinari, ma in realtà lasciava l’ufficio e seguiva attività personali. Avm dopo aver cercato conferme alla «denuncia», ha deciso di sospendere il dipendente. Nessun licenziamento, almeno per ora, l’azienda però ha segnalato il caso alla procura di Venezia che ora sta svolgendo un’indagine. E’ il risultato del «whistleblowing» (letteralmente il «soffio nel fischietto», ovvero le denunce di illeciti sul posto di lavoro, portate avanti in forma anonima dagli stessi dipendenti) introdotto da Ca’ Farsetti e dalle aziende partecipate. Gia lo scorso anno i comunali, grazie al nuovo sistema anticorruzione in vigore dal 17 dicembre 2015, hanno evidenziato comportamenti «sospetti» come corruzione, truffe, furti ai responsabili del Comune che hanno già informato la Procura di situazioni anomale. In un anno sono arrivate quattordici segnalazioni che hanno già portato a provvedimenti disciplinari.
L’onda lunga è arrivata anche alle aziende, e proprio tra gli uffici di Actv sarebbero stati scoperti alcuni dipendenti che, pur risultando formalmente al proprio posto, di fatto impiegavano il loro tempo in attività personali anche in pubblico. Le segnalazioni non sono rimaste lettera morta: nelle ultime settimane infatti si sarebbero concretizzate le prime conseguenze, tra sospensioni, trasferimenti e segnalazioni ai magistrati.
L’ultimo caso in ordine di tempo che ha portato alla sospensione del dipendente, riguarda un funzionario di Avm che dopo aver timbrato proprio il cartellino per gli straordinari lasciava il posto di lavoro, salvo tornare alla scrivania a fine giornata, solo per confermare l’uscita e convalidare l’orario. Questione di straordinari assegnati o non assegnati, è questa la vicenda che le indagini dovranno chiarire. Dalla holding massimo riserbo, nessuna conferma tanto meno commenti, le indagini sono ancora in corso e l’attività rientra nella legittima riservatezza aziendale. La «denuncia» del comportamento del funzionario, è stata verificata incrociando le attività in pubblico che il dipendente svolgeva con le timbrature dell’ufficio, portando subito a una sospensione che proseguirebbe da circa una quindicina di giorni. Se questa vicenda risulta la più eclatante ce ne sarebbero altre in fase di accertamento, sempre emerse grazie alla nuova legge sulle segnalazioni anonime anche se le normative sulla privacy e l’intenzione dell’azienda di risolvere quanto prima le situazioni più spinose, portano ad avere il massimo riserbo sulle indagini.
La maggior parte delle segnalazioni dei dipendenti di Ca’ Farsetti ad esempio dopo un’attenta valutazione sono state inviate all’Autorità giudiziaria configurando ipotesi di reato, altre hanno portato a procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti colpevoli di attuare comportamenti vietati. Non a caso Venezia è stata citata come punto di riferimento anticorruzione, tanto da avere un approfondimento nel Rapporto sulle Relazioni dei responsabili per la Prevenzione della Corruzione nei capoluoghi di provincia italiani. Un vero e proprio esempio virtuoso per quanto riguarda il sistema informativo per la raccolta delle segnalazioni (whistleblowing): un meccanismo a doppia criptografia, attraverso il quale il dipendente fa la segnalazione sicuro dell’anonimato.