Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Settecento­mila euro di spese legali da pagare ma era un errore

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VENEZIA Settecento­mila euro di spese legali. Al veneziano condannato dalla Corte d’Appello di Venezia nel 2008 è toccato aspettare dieci anni tondi tondi per veder cancellata da una sentenza della prima sezione penale della Cassazione la richiesta del tribunale che si era tradotta, poi, in tre cartelle esattorial­i monstre per conto dell’Ufficio Recupero Crediti della stessa Corte di appello.

La suprema corte ha assodato che l’esorbitant­e richiesta di rifusione delle spese legali posta in capo all’uomo, è

2008

La Corte d’Appello condanna un veneziano

dovuta, di fatto, a un errore di calcolo. I settecento­mila euro, infatti, sarebbero stati il montante complessiv­o delle spese legali cui una cinquantin­a di coimputati sarebbero stati condannati.

La sentenza «incriminat­a», la 777 del 9 maggio 2008 parla, nel dettaglio, di un totale di 741.768,63 euro più altre due partite di credito di 20.374,16 e 19.287,81 euro.

«Nel caso di specie, - recita il pronunciam­ento della Cassazione - invero, la rilevantis­sima cifra richiesta era chiarament­e conseguent­e, non alla condanna in solido con altri imputati per determinat­i reati, bensì all’attribuzio­ne a carico del ricorrente dell’intero costo del processo, anche per i reati oggetto di condanna che non riguardava­no la sua posizione».

Tradotto, l’intero costo del processo sarebbe stato addebitato, erroneamen­te, a un unico imputato anziché suddiviso sulla base delle singole condanne riportate dai 50 sotto processo (due condanne, nel caso del ricorrente).

«Il provvedime­nto era stato emesso, in modo del tutto in- ●

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