Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Anni senza far niente, è un atto concreto»
«In trent’anni è la prima cosa concreta che vediamo fare. Non butterei via tutto perché non è perfetta».
Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione veneziana albergatori, ha trascorso la giornata a rispondere a televisioni e giornali. Nella difficile posizione di «difensore» dei tornelli, che molti criticano.
Direttore i giornali internazionali parlano di città chiusa, di entrate come al parco giochi. Non pensa sia un’immagine dannosa per la città?
«L’impatto non è stato dei migliori, ci sono correzioni e modifiche da fare. Condiviso e programmato era meglio, ma è
un primo passo».
Perché pensa che i tornelli siano positivi?
«Perché sono il segnale che la città ha capito che non si può andare avanti senza fare niente, sono un atto concreto dopo tanti anni di niente. Anche se non sono la soluzione»
Secondo lei qual è la soluzione?
«A problema complesso, si risponde con una soluzione complessa. Benevolo lo aveva programmato nel ‘96: hub in terraferma, Fusina, San Giuliano, aeroporto con accessi differenziati per i turisti che pernottano e quelli pendolari, in modo che i flussi si spalmano a monte. Entrando dalla gronda si facilita la possibilità di mettere una tassa di accesso. E si prepara il terreno per la prenotazione». Lei è per la città «chiusa»?
«Io sono per mettere dei limiti, il turista pendolare che non prenota, nei giorni clou non può arrivare. Capiterà 10 volte all’anno, forse 20».
Alla maggior parte dei veneziani i tornelli non sono piaciuti...
«C’è stato un problema di mancata comunicazione. Ma c’è anche il problema di chi contesta ferocemente il sindaco qualsiasi cosa faccia. Guardiamo a cosa è stato fatto in passato e pensiamo a soluzioni tecniche alternative semmai».