Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mani, addio al Canal Grande dopo 230 milioni di foto sui social
VENEZIA Tempo scaduto. Il 7 maggio le «mani», opera dello scultore Lorenzo Quinn, lasceranno la facciata dell’Hotel Ca’ Sagredo. Quello della scultura «Support» è un sogno durato un anno: dal 7 maggio 2017 le «mani» hanno sostenuto il palazzo emergendo dalle acque del Canal Grande, per sensibilizzare le persone sul cambiamento climatico. La sveglia, posticipata di 60 giorni grazie alla doppia proroga della Soprintendenza, è suonata inesorabile: dopo i rilievi tecnici, dal 3 maggio inizieranno le operazioni per smontare l’opera, che dovrebbero finire quattro giorni dopo, quando Quinn compie 52 anni. A nulla sono valsi la fama della scultura sui social e l’apprezzamento di esperti e cittadini. «Abbiamo realizzato un sogno che
"Quinn/1 Molte offerte, ma ormai sono pubbliche appartengono ai veneziani
sembrava impossibile, un’installazione sul Canal Grande – commenta l’artista, ringraziando il sostegno di Comune e Soprintendenza – vorrei che rimanesse a Venezia, ma la legge va rispettata». «Qui è stata fatta la storia, ci sono un “prima” e un “dopo” per Ca’ Sagredo e per Lorenzo Quinn», afferma Lorenza Lain, general manager di Ca’ Sagredo. E Quinn chiosa, sornione: «Anche la Tour Eiffel non doveva essere permanente…». Mentre parlano, i turisti, dalle rive e dai battelli, continuano a scattare foto – 230 milioni quelle condivise sui social finora – che ora attendono una nuova collocazione: «Vogliamo regalare la scultura alla città, quelle mani – modellate su quelle del figlio di nome Anthony, come il nonno attore, ndr – non mi appartengono più, sono dei veneziani e di chi le vede», ha decretato ieri Quinn. Con buona pace delle offerte di acquisto giunte da mezzo mondo, una delle quali, dice l’artista, con cifra in bianco. «Non abbiamo neanche guardato le offerte, è una scultura pubblica – mette in chiaro lui – non ci interessava far commercio». E aggiunge: «Stiamo aspettando le proposte di Comune e Soprintendenza per ricollocare la scultura, non sappiamo tra quanto tempo». L’amministrazione infatti è al lavoro per trovare una soluzione permanente, diversa dal Canal Grande, senza escludere né terraferma né centro storico. Intanto il sogno di Quinn, come si è materializzato, si dissolve. A pezzi: la scultura sarà tagliata, smontata e trasferita su chiatta in un magazzino provvisorio; poi partirà per Barcellona, dove si trova l’atelier dello scultore. Lì dovrà essere ricomposta. Intanto prosegue il lavoro dell’artista a Venezia: «A giugno installiamo a Forte Marghera “Stop Playing”, un’altra scultura regalata alla città», ricorda Quinn. Che non si ferma: «Sto preparando la Biennale per il 2019, si tratta di un’opera ancora più grande» .
Quinn/2 Dove andranno? Aspettiamo il parere di Sovrintendenza e Comune