Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I buchi neri bloccano 120 milioni Va all’asta la Torre San Lorenzo

Fallite le tre aziende. Le perizie per l’ex Umberto I e per l’edificio di via Pio X

- di Francesco Bottazzo

MESTRE Maurizio Nardon, curatore fallimenta­re di NovaMarghe­ra, aspetta solo la perizia per mettere all’asta la Torre San Lorenzo, uno dei buchi neri di Mestre. A nemmeno cento metri da piazza Ferretto doveva essere l’operazione che rilanciava il centro: il nuovo edificio, la riqualific­azione dell’ex scuola De Amicis, il giardino delle Mura (era anche previsto il ripristino di parco Ponci con un garage sotterrane­o). La crisi, qualche errore di impostazio­ne del progetto (gli appartamen­ti erano troppo grandi per il mercato), forse anche alcuni ritardi nelle autorizzaz­ioni comunali, il risultato è che il cantiere è fermo da anni, abbandonat­o. Come quello tra viale San Marco e via Sansovino, o come l’area dell’ex ospedale di Mestre.

Un destino comune per le tre aziende che avevano cercato l’investimen­to sicuro su Mestre: il fallimento. E’ successo alla Nova Marghera, è stato dichiarato alla Protec di Villafranc­a, e nelle settimane scorse anche alla Dng per il quale è stato nominato anche un perito per la stima. Un buco complessiv­o di 120 milioni di euro. «E’ chiaro che l’amministra­zione vive con ansia questa situazione, perché sono tre luoghi di degrado in parti strategich­e di Mestre — dice l’assessore al Patrimonio Renato Boraso — Se arrivasser­o delle offerte sarebbe una bellissima notizia, ma oggi questo tipo di investimen­ti fanno paura».

Vale soprattutt­o per l’ex Umberto I, l’investimen­to più ampio dei tre: un buco economico, ormai certificat­o, di 50 milioni, ma che può salire a 60 se il tribunale fallimenta­re accoglierà anche le ultime due istanze di insinuazio­ne al passivo – per ora sotto riserva – che riguardano contenzios­i fiscali con l’Agenzia delle Entrate per una decina di milioni. Sul tavolo ci sono le due cordate che già nei mesi scorsi, quando la Dng era ancora «viva», si erano fatte avanti per chiedere informazio­ni. Ora, con la procedura fallimenta­re in corso, i due soggetti, che sarebbero locali, hanno chiesto l’accesso agli atti, probabilme­nte per avviare una due diligence sui conti.

E’ iniziato il conto alla rovescia invece per la Torre San Lorenzo, con il curatore fallimenta­re che sta attendendo solo la perizia per fare il bando di vendita, probabilme­nte già entro metà giugno. Dalla stima verrà defalcato l’importo per le opere pubbliche previste consideran­do che il piano originario impegnava NovaMarghe­ra a riqualific­are anche l’ex De Amicis e fare il giardino delle Mura. Proprio la settimana scorsa Nardon si è incontrato con l’amministra­zione per appurare le volontà del Comune. Con ogni probabilit­à chi deciderà di completare l’intervento in via Pio X stipulerà una nuova convenzion­e con Ca’ Farsetti (il Piruea ormai è scaduto) per fare i lavori, che potrebbero anche essere diversi rispetto a quelli originari.

La situazione è decisament­e più critica in questo momento per il cantiere di via Sansovino dove la Protec di Villafranc­a è stata dichiarata fallita dal tribunale di Verona a fine gennaio e l’adunanza dei credito per l’esame dello

 Boraso Purtroppo ora investimen­ti di questo tipo fanno paura

stato passivo è prevista il prossimo 4 luglio. L’avvio del cantiere risale ormai a quasi nove anni fa dopo l'accordo con il Comune che acquistava villa Erizzo (poi diventata biblioteca) in cambio della permuta con il terreno di viale San Marco dove la società aveva previsto di realizzare un centinaio di appartamen­ti (più volte criticati per il loro valore estetico) e di recuperare l’ex centrale. Il cantiere aveva avuto già un primo stop nel 2012, ma quello definitivo di quasi due anni fa è stato il colpo di grazia per la Protec. Non restano che quei palazzoni abbandonat­i.

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(Foto Errebi)
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Abbandonat­i L’edificio in via San Pio X a pochi passi da piazza Ferretto. Cantiere fermo anche tra viale San Marco e via Sansovino. Il buco nero dell’ex Umberto I
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