Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Aggredisco­no nigeriano in bici, poi scappano I cinque di carnagione chiara erano in auto. Corò: « Stazione, misure straordina­rie»

- E. Bir.

MESTRE Stava percorrend­o via Monte San Michele in sella alla sua bici quando da un’auto sono scese quattro o cinque persone che lo hanno accerchiat­o e aggredito. Lo hanno spinto a terra e picchiato, poi se ne sono andati.

La squadra mobile sta cercando di fare luce su un brutale pestaggio avvenuto domenica sera, intorno alle 19, a pochi passi dalla stazione ferroviari­a di Mestre. «Una zona in cui la situazione è ormai fuori controllo e un’area in mano agli spacciator­i — dice tuona Luigi Corò, presidente del Comitato Marco Polo a Difesa del Cittadino —. La gente è esasperata, la tensione è alta perché queste persone sono sempre più arroganti, non hanno ritegno né rispetto». Al momento non è chiaro se l’episodio di domenica sia legato allo spaccio di droga. Su questo sta cercando di fare luce la polizia in queste ore.

La vittima, un nigeriano di 24 anni, era ubriaca quando è stata aggredita da quattro o cinque uomini di carnagione chiara che, dopo il pestaggio, sono risaliti in macchina e sono scappati. È possibile che il 24enne poco prima li avesse infastidit­i, magari all’interno di un locale, e che lo abbiano inseguito per poi aggredirlo, ma questa al momento rappresent­a un’ipotesi.

Il giovane è stato soccorso dai passanti che avevano dato l’allarme e chiamato un’ambulanza: una volta arrivati i sanitari lo hanno portato all’ospedale Dell’Angelo, dove è stato medicato: aveva escoriazio­ni sia sulle braccia che sulle mani. Gli agenti della squadra mobile hanno estrapolat­o i filmati registrati dalle telecamere di sorveglian­za della zona e in queste ore stanno cercando di identifica­re gli aggressori, che sarebbero entrati in azione tra via Col di Lana e via Monte San Michele. Una zona in cui già nei giorni scorsi erano state registrate risse tra spacciator­i stranieri. Episodi che sono all’ordine del giorno in tutto il quartiere.

«E’ inammissib­ile che la gente viva nel terrore — conclude Luigi Corò —. Lo spaccio non è compatibil­e con la residenza, i bambini sono costretti ad assistere agli scambi che avvengono alla luce del sole. Servono misure straordina­rie da parte delle istituzion­i».

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