Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Viviani, la vittoria e la famiglia «A Tel Aviv la volata perfetta»

La fidanzata Elena: «Sentiva la pressione del favorito. È stato bravissimo»

- di Lorenzo Fabiano e Matteo Sorio

La fidanzata, Elena Cecchini, andrebbe ad abbracciar­selo là, in Israele: «Solo lui sa quanta pressione aveva addosso, da favorito di tappa. Al telefono, prima della gara, l’ho fatto parlare d’altro, affinché staccasse. Perché lui è così, pensa prima a me che a se stesso, e allora devo essere io a chiedergli come sta». Dall’amore di Elena all’affetto di papà Renato («questa vittoria è il coronament­o di tanti sacrifici»), il mondo di Elia Viviani esulta insieme a lui, campione veronese della bici, per la vittoria della seconda tappa del Giro 101, a Tel Aviv: una vittoria da sprinter di razza, da atleta che sa alzarsi sui pedali e rialzarsi da ogni caduta.

VERONA Papà Renato, che anche se ti parla al telefono gli senti uscire i punti esclamativ­i dai pensieri: «Quanti sacrifici ha appena coronato, il mio Elia!». Il fratello Attilio, che gioisce dalla Francia: «Una volata paurosa». La fidanzata Elena Cecchini, che se potesse andrebbe ad abbracciar­selo là, in Israele, perché «solo lui sa quanta pressione aveva addosso, da favorito di tappa, da velocista che per la prima volta ha la squadra a lavorare per lui». La presidente­ssa dell’inseparabi­le e instancabi­le fan club, Chiara Compri, che ricorda «quanto aveva sofferto Elia per l’esclusione dal Giro del Centenario, una vera mazzata». Quando vince Elia Viviani vince anche il mondo che sta intorno a questo ragazzo capace di rialzarsi mille volte. O di alzarsi sui pedali come pochi per prendersi una vittoria imperiale, felina, da sprinter di razza, come quella di ieri a Tel Aviv. Cioè la risposta più sonante a quell’appello per i velocisti ch’era la seconda tappa del Giro 101. Un giorno atteso tre anni, era il 2015 quando, sul traguardo di Genova, Elia sbaragliò la concorrenz­a andando a cogliere il primo sigillo al Giro. Da quel pomeriggio in poi le gioie, su tutte l’oro nella notte magica sull’ovale di Rio (oro nell’Omnium) e qualche delusione, la più amara appunto l’esclusione dal Giro dello scorso anno. Una ferita, quella, dura da cicatrizza­re. Poche parole, allora, meglio il lavoro. Elia ha saputo attendere, sapendo che sgobbando duro avrebbe prima o poi ritrovato il respiro felice. Quest’anno la svolta: il passaggio alla Quick Step, squadrone al suo servizio per le volate, cinque centri in avvio di stagione. Lo avevamo lasciato alle lacrime della Gand Wevelgem, quando fu Peter Sagan a spegnergli il sogno di far sua una classica. Il rettilineo di Tel Aviv, ora, lo ripaga di tanta amarezza e altrettant­i sacrifici.

Lì, in Terra Promessa, perché la promessa Elia Viviani l’aveva fatta a se stesso e a chi gli aveva dato fiducia. Il 29nne veronese di Vallese ha vinto da campione, da padrone di casa quando la vittoria ce la si gioca sull’esplosivit­à dei pedali: battezzata la ruota del suo più accreditat­o rivale, l’irlandese Sam Bennet, ha aperto il gas ai 250 metri andando ad acciuffare e mettere una bicicletta tra sé e l’italiano di Polonia Jakub Mareczko, uno di cui sentiremo spesso parlare in futuro. La volata perfetta quindi, frutto di forza e sagacia tattica. Gambe e cervello. Non era facile, perché il ruolo del favorito sulle spalle pesa. Tuttavia, se aspiri a giorni come questi, la pressione la devi saper gestire. È ciò che Viviani ha fatto. Questo, il suo piccolo capolavoro: «Sentivo il peso dell’attesa, mi davano tutti per favorito. Bisognava saperla leggere», parola sua a traguardo fresco. Ottimo lettore, giù il cappello. Papà Renato è a casa, inizierà a seguire il figlio in camper partendo dalla Calabria, quando il Giro arriverà a Praia Mare. La voce spezzata dall’emozione: «È fatta! Vittoria alla prima tappa con la ciliegina della maglia ciclamino. Ci speravamo tanto - dice Renato Viviani -. Questo giorno è il coronament­o di tanti allenament­i e tanti sacrifici». Il sacrificio del chiudersi a riccio per non sentire la

 Il papà È fatta, vittoria alla prima tappa e maglia ciclamino: tutto bene

 La tifosa Elia ci era rimasto male per l’esclusione dal Giro del Centenario

voce dei pronostici, ad esempio. Racconta allora Elena Cecchini, compagna di vita di Elia, friulana, ciclista anche lei: «Mentre guardavo la tappa, da quante volte lo nominavano, ho pensato: meno male che non sta sentendo la tv. Essere il favorito di una volata, nella prima vera tappa del Giro, non è facile. Quindi è stato doppiament­e bravo a vincere. Anche perché l’altra occasione è subito domani (oggi, ndr) sul traguardo di Eilat, dopodiché i velocisti non avranno grandi possibilit­à. La volata di Tel Aviv? Alla Quick Step sono esperti nel creare spazi per gli sprinter ed Elia credo stia diventando esperto di volate: è rimasto volutament­e un po’ indietro ed è stato bravo a prendere la ruota di Mareczko, lì è questione di millesimi di secondo, frazioni di tempo, attimi in cui magari il fatto di aver corso sempre gare su pista può essere, per Elia, una carta in più». Lì, a Tel Aviv, Elia, a trionfo fresco, diceva che «è stata Elena a tranquilli­zzarmi al telefono ieri sera (venerdì, ndr) prima della corsa». Lei, Elena, raccoglie con amore: «Conosco Elia da ormai sette anni, non esterna molto quel che prova, pensa sempre prima a me che a se stesso, così devo essere io a chiedergli come sta. E così al telefono abbiamo “staccato” parlando d’altro, visto che il Giro ora come ora gli riempie i pensieri. Di matrimonio? No, di quello parliamo poche volte (ride, ndr): se me lo chiedesse direi ovviamente di sì, ma attualment­e non ne sentiamo la necessità, siamo super rilassati e ci godiamo il poco tempo che riusciamo a passare insieme».

Insieme a un Viviani che vince, c’è poi un altro Viviani che potrebbe presto fargli buona compagnia: il fratello Attilio, 21 anni, (l’altro è Luca) che risponde dalla Francia e dalla Rhone Alpes Isere: «Elia ha fatto una volata paurosa. Ha preso la ruota di Bennet, quella giusta. Quando ho visto Mareczko partire lungo, ho capito che ce l’avrebbe fatta. In quelle situazioni, è micidiale. Tappa e maglia ciclamino. Meglio di così...».

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 ??  ?? In Israele Elia Viviani alza le braccia sul traguardo di Tel Aviv dopo aver vinto la seconda tappa del Giro 101
In Israele Elia Viviani alza le braccia sul traguardo di Tel Aviv dopo aver vinto la seconda tappa del Giro 101

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