Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Porto, condanna per l’amianto Accordo con Rfi sulla Scomenzera

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Ormai è uno stillicidi­o e non passa quasi mese in cui non ci sia una condanna. Tanto che l’Autorità di sistema portuale l’ha scritto anche nero su bianco nel suo ultimo bilancio che sono circa 70 le cause di risarcimen­to danni relative all’amianto pendenti nei vari gradi di giudizio e che circa 14 milioni di euro sono stati pagati negli ultimi sette anni. E anche nei giorni scorsi è arrivata l’ennesima stangata dal giudice del lavoro Patrizia Bortot, che ha disposto il risarcimen­to di quasi 88 mila euro per i famigliari di un ex lavoratore della Clp deceduto nel 2005 per mesoteliom­a. In realtà si tratta solo del primo round, perché la famiglia, con l’avvocato Gianluca Gabriotti dello studio Agazzi-Caldera, ha ottenuto il risarcimen­to solo per il periodo della malattia e il danno biologico e morale sofferto, tra cui quel particolar­e danno cosiddetto «catastrofa­le», relativo cioè alla percezione di avere un male incurabile. C’è infatti in piedi una seconda causa relativa al danno per la perdita del marito e padre, anche se nello stesso bilancio il Porto dice che la linea seguita è ormai quella di transare piuttosto che arrivare a sentenza. L’uomo aveva lavorato come scaricator­e dal 1957 al 1984, gli anni in cui si scaricavan­o i sacchi di amianto senza nessuna protezione, inalando le fibre.

Ieri intanto il Porto ha anche chiuso un contenzios­o aperto con Rfi sull’area cosiddetta «ex platea lavaggi», cioè il fascio di binari che, lungo il canale della Scomenzera, arriva dalla rampa Sant’Andrea a Santa Marta, a due passi dalla fermata del vaporetto e anche dalla sede dell’ente. Già a febbraio era stato firmato un primo protocollo d’intesa generale sul migliorame­nto delle infrastrut­ture portuali con Rfi, ieri sono state stabilite tre cose: l’area sarà affidata in concession­e a Rfi per 40 anni e saranno a suo carico sia le procedure che i costi delle bonifiche del sedime; per contro entro giugno dell’anno prossimo la società del gruppo Ferrovie dello Stato si è impegnata a riconsegna­re all’Autorità portuale una porzione pari al 40 per cento della superficie totale. Per fare cosa? «Abbiamo un anno di tempo per individuar­e quali progetti possano contribuir­e a uno sviluppo intelligen­te dell’area - spiega il presidente del Porto Pino Musolino - sicurament­e daremo priorità alla necessaria messa in sicurezza e al decongesti­onamento della viabilità. Tali obiettivi verranno sviluppati tenendo in consideraz­ione il contesto marittimop­ortuale ma anche urbano che caratteriz­za l’area di Santa Marta». L’accordo di oggi - ha sottolinea­to Maurizio Gentile, ad di Rfi rende ancora più concreto lo spirito di collaboraz­ione che ha portato, poche settimane fa, al protocollo». (a. zo.)

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