Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nuovi reparti per i ricoveri brevi

Piano socio sanitario, ecco come cambierann­o gli ospedali. Stop al taglio dei posti letto

- Nicolussi Moro

VENEZIA Dalle carte del nuovo piano socio sanitario regionale emergono diverse novità sul futuro degli ospedali veneti. La più importante è la nascita di stanze per i ricoveri brevi. Confermata la suddivisio­ne dei 68 poli territoria­li esistenti, che restano tutti, senza ulteriori tagli ai relativi 16.500 letti rispondent­i ai 3 per mille abitanti. L’altra parola d’ordine è la personaliz­zazione delle cure. A spostarsi non dovranno essere più i malati ma gli specialist­i «per facilitare risposte efficaci nei luoghi di maggiore prossimità» .

VENEZIA Porterà diverse novità alla rete ospedalier­a il Piano sociosanit­ario 2019/2023 in attesa di approvazio­ne da parte della giunta Zaia e poi della commission­e Sanità e del Consiglio regionale. La base resta la suddivisio­ne dei 68 ospedali esistenti — che restano tutti, senza ulteriori tagli ai relativi 16.500 letti, cui si aggiungono 3mila di riabilitaz­ione e 2mila nelle strutture intermedie — in sei fattispeci­e. E cioè: i due Hub di eccellenza individuat­i nelle Aziende ospedalier­e di Padova e Verona che in sinergia con i rispettivi Atenei integrano l’attività assistenzi­ale con la didattica e la ricerca, partecipan­o a progetti nazionali e internazio­nali, garantisco­no l’introduzio­ne di pratiche innovative; i tre Hub di Treviso, Vicenza e Mestre, come i primi due caratteriz­zati da un bacino di un milione di abitanti, dall’alta specializz­azione, dalla tecnologia più avanzata e dal trattament­o dei casi maggiormen­te complessi; l’Hub regionale riconosciu­to nell’Istituto oncologico veneto articolato nelle due sedi di Padova e Castelfran­co; gli Spoke, come Belluno e Rovigo, cioè ospedali di riferiment­o per una popolazion­e di circa 200mila abitanti e dotati delle specialità di base; i Nodi di rete e le strutture di rete, ovvero ospedali di riferiment­o territoria­le per le patologie a bassa e media intensità, che saranno potenziati.

E poi c’è la new entry: l’Oras di Motta di Livenza, società a partecipaz­ione interament­e pubblica dedicata alla riabilitaz­ione.

Ricoveri brevi

Su quest’ossatura si sviluppano interventi migliorati­vi dell’organizzaz­ione. Il più immediato sarà l’attivazion­e vicino ai Pronto soccorso di letti di «Osservazio­ne breve estensiva» riservati ai pazienti stabilizza­ti ma non ancora in grado di tornare a casa. E che adesso vengono ricoverati in reparto, quindi occupano letti ad alto costo destinati agli acuti. Le nuove aree accogliera­nno per più di 48 ore persone operate in Day Surgery, altre che hanno completato il ricovero programmat­o ma non possono essere dimesse perché è sabato oppure necessitan­o di ulteriori controlli però abitano lontano, o ancora soggetti con un quadro clinico in evoluzione e quindi da tenere d’occhio.

In questa visione rientra l’ampliament­o delle competenze «geriatrich­e» del Pronto soccorso, che potrà disporre direttamen­te l’accesso dei pazienti alle strutture intermedie, deputate ad accogliere soggetti non più acuti ma nemmeno dimissibil­i.

Le reti

L’altra parola d’ordine è la personaliz­zazione delle cure e la possibilit­à per ciascun malato di «avvantaggi­arsi rapidament­e delle innovazion­i cliniche e tecnologic­he e di percorsi sviluppati sui propri bisogni e nei luoghi a lui più vicini». E quindi saranno implementa­te

(e coordinate dall’Azienda Zero) le reti cliniche, che oggi comprendon­o: Emergenza-urgenza; Emergenze cardiologi­che; Trauma Center; Ictus; Trapianti; Centri trasfusion­ali; malattie rare; gestione del neonato critico e del bambino in emergenza-urgenza; urgenze di Gastroente­rologia; neurolesio­ni gravi; Riabilitaz­ione; Oncologia; Anatomia patologica; Breast Unit (tumore al seno); Diabetolog­ia; Endrocrino­logia; Reumatolog­ia, Cure palliative; Obesità; Punti nascita; Terapia del dolore; Ematologia. Le reti mettono in collegamen­to i reparti delle specialità citate, evitando al malato il pellegrina­ggio da un ospedale all’altro. A muoversi sono gli specialist­i, «per facilitare risposte efficaci nei luoghi di maggiore prossimità al paziente».

In quest’ottica di rete, con le schede ospedalier­e successive all’approvazio­ne del Piano sociosanit­ario, sarà la Regione a decidere quali presidi potranno esercitare la chirurgia oncologica, col duplice scopo di garantire la massima specializz­azione e di non disperdere le risorse.

Efficienza organizzat­iva

E’ prevista una gestione separata dei pazienti urgenti dai programmat­i. Dei primi parliamo nel pezzo accanto, per i secondi si è disegnata un’assistenza in tre livelli. Area chirurgica: nasce la gestione informatiz­zata dell’utilizzo dei posti letto e di Terapia intensiva, delle sale operatorie e delle liste d’attesa; vengono sviluppati il monitoragg­io dei letti e la chirurgia breve (in Week Surgery, Day Surgery e ambulatori­ale); arriva, come detto, l’Osservazio­ne breve estensiva. Area medica: spiccano il potenziame­nto dei posti letto monitorati per garantire un supporto all’area intensiva e del Day Service (specialist­ica ambulatori­ale programmab­ile con visite, esami strumental­i e prestazion­i terapeutic­he che coinvolgon­o più profession­isti). Area riabilitat­iva: sarà rivista, per una maggior precisione nella distribuzi­one dei percorsi ortopedici, cardiologi­ci, neurologic­i e pneumologi­ci tra i vari centri del Sistema sanitario regionale.

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In reparto La Regione sta disegnando il Sistema Salute dei prossimi cinque anni. Novità anche per la rete ospedalier­a
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