Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Porto sconfitto al Tar Il terminal al Lido resta in corsa per le crociere
I giudici: Clini-Passera, nessun vincolo sulla Marittima. La replica: non cambia nulla
Il Tar ha bocciato il ricorso del Porto di Venezia contro il progetto di un terminal di scalo per le crociere alla bocca di Lido, fuori dalla laguna. Il Porto riteneva che quel piano, che aveva ottenuto l’ok della Via, non potesse essere presentato, ma i giudici hanno detto il contrario. Esulta Cesare De Piccoli, proponente con l’impresa Duferco.
VENEZIA «Avevamo già vinto la sfida progettuale, essendo gli unici ad aver ottenuto il parere favorevole della Via. Abbiamo vinto anche la sfida procedurale», esulta Cesare De Piccoli. «Ora aspettiamo, come 60 milioni di italiani, che ci sia un governo - continua l’ex viceministro - aspettiamo di sapere chi siano i ministri di Infrastrutture e Ambiente, poi chiederemo che l’iter proceda». Per De Piccoli ieri è stata una giornata memorabile: il Tar del Veneto ha infatti rigettato il ricorso che l’Autorità di sistema portuale – con l’allora presidente Paolo Costa, sulla cui scia poi era rimasto l’attuale Pino Musolino – aveva presentato proprio contro il parere positivo della commissione di valutazione d’impatto ambientale sul progetto della società Duferco, che prevede un nuovo terminal di scalo per le navi da crociera alla bocca di Lido, tenendole così fuori dalla laguna. I giudici hanno bocciato tutte le contestazioni del ricorrente e dunque il piano resta in pista tra le soluzioni possibili, anche se il Porto ha subito ribadito che la contrarietà all’ipotesi resta: «Il parere Via si esprime su questioni esclusivamente ambientali, non sull’idoneità tecnico-funzionale portuale del progetto - è scritto in una nota - Dalla pronuncia del Tar non deriva alcun obbligo giuridico, la strategia sulle crociere non cambia».
Musolino, com’è ovvio, tira dritto sull’ipotesi che il governo, tramite l’allora ministro Graziano Delrio, aveva comunicato nel corso del Comitatone dello scorso 7 novembre: un nuovo terminal a Marghera per le navi più grandi e quelle medie alla Marittima attraverso lo scavo del canale Vittorio Emanuele. Gli uffici tecnici del Porto sono al lavoro sulla progettazione e non dovrebbe mancare troppo alla trasmissione dei documenti a Roma, ma di certo lo stallo politico non aiuta.
La sentenza del Tar non cambia dunque nulla rispetto alla situazione attuale, con due progetti in corsa. Certo è che il Porto avrebbe volentieri «fatto fuori» il progetto Duferco per via giudiziaria. I giudici però hanno bocciato tutti e sei i punti del ricorso. In primis hanno detto che non è vero che il Porto era l’unico titolato a presentare i progetti, in quanto la procedura incardinata, sancita poi dal Comitatone dell’8 agosto 2014, prevedeva appunto l’allargamento anche a soggetti privati. Ma sono soprattutto due i punti chiave della sentenza. Il primo è quello sul senso del decreto Clini-Passera: fin dai tempi di Costa il Porto aveva interpretato le «vie alternative» del decreto – una volta trovate le quali sarebbe scattato il limite di 40 mila tonnellate di stazza per le crociere in bacino di San Marco – come strade diverse per arrivare sempre alla Marittima. Per il Tar invece si tratta di «qualsiasi soluzione progettuale idonea a risolvere le criticità connesse al traffico crocieristico nella laguna di Venezia», quindi anche con un terminal diverso. Il secondo è che, di fronte alle contestazioni di merito del Porto sulle criticità del progetto e soprattutto sulla sua posizione, il Tar taglia corto: «La Via se ne è già specificamente occupata», scrivono i giudici, ricordando la «serie cospicua di prescrizioni» che sono state date proprio per risolverle.
«Io spero a questo punto che il Porto, dopo due sconfitte, apra una fase nuova - conclude De Piccoli - perseverare contro di noi sarebbe veramente diabolico».