Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Vaccini, la scappatoia di Treviso: bimbi convocati ma nessun espulso
L’Usl fissa l’appuntamento a tutti, quanto basta per finire l’anno
ATreviso si è scelta una via «creativa» per superare l’impasse sull’obbligo vaccinale. Per far accedere i bambini ai nidi e alle scuole dell’infanzia sono già pronte le lettere con cui il «team vaccinale provinciale» aggirerà il problema: dall’Uls 2 della Marca Trevigiana partiranno le convocazioni per una prima somministrazione di siero. Tanto basta per far finire l’anno ai bimbi.
TREVISO Giorno, ora, luogo: è l’ultimo appello, l’appuntamento viene fissato direttamente dall’Usl 2 di Treviso per richiamare all’obbligo vaccinale tutte le famiglie che ancora non hanno risposto.
Circa trecento lettere partiranno a breve dai distretti sanitari: nero su bianco ci saranno le convocazioni per i bambini che frequentano asili nido e scuole materne senza l’adeguata copertura immunitaria, previste con buone probabilità fra la fine di maggio e i primi giorni di giugno. Da un lato, l’azienda sanitaria provinciale fa un passaggio che le altre Usl venete non hanno ancora predisposto, avviando un protocollo d’intesa con l’ufficio scolastico provinciale e la Fism, la Federazione delle scuole materne paritarie: garantire la massima copertura immunitaria sul territorio e rispettare la legge. Dall’altro, però, permette alle famiglie ma soprattutto ai piccoli di prendere tempo e rimanere in classe (per le materne l’anno chiude il 30 giugno) nonostante l’adempimento non sia stato effettuato. Perché, e qui si inserisce il provvedimento trevigiano, con un appuntamento in calendario arriva anche la deroga all’obbligo: niente espulsioni, niente polemiche, e se ne riparla a settembre alla riapertura dei plessi, quando la documentazione medica sarà completa e si potranno prendere decisioni a bocce ferme, senza fretta e senza eccezioni alla legge.
«Provvederemo a un’ultima convocazione – spiega Sandro Cinquetti, coordinatore del team vaccinale provinciale -. Le lettere saranno inviate anche a sindaci e dirigenti. Noi facciamo il nostro mestiere, convincere le famiglie, garantire la copertura vaccinale e ridurre la diffusione di malattie infettive. Siamo fiduciosi che i genitori aderiscano, rispondendo a questa chiamata».
Eppure i numeri raccontano una diffusione massiccia e irremovibile di persone fermamente contrarie all’obbligo. In Veneto ci sono più di quattordicimila bambini fino a 6 anni «inadempienti», che frequentano asili nido e scuole materne e non hanno ricevuto la somministrazione di alcun vaccino (in base al-
l’anagrafe vaccinale, sono complessivamente 85mila fino ai 16 anni): un numero molto elevato, soprattutto se considerato che in base al decreto Lorenzin dovrebbero essere già tutti esclusi dalle lezioni e dalla comunità scolastica.
La Regione in merito all’obbligo ha tenuto fin da subito una linea morbida: il governatore Luca Zaia, che aveva contestato il decreto, non ci tiene a fare la parte «dell’inquisitore» e di cacciare i bambini dalle scuole non ci pensa nemmeno. E così Treviso, per prima, trova una soluzione di compromesso fra teoria e pratica, in una responsabilità condivisa fra scuole e Ulss per uscire dal caos.
«Una linea comune era una necessità avvertita dai dirigenti, per capire che atteggiamento tenere nelle situazioni più complicate e sull’applicazione della circolare regionale» hanno detto al termine del vertice la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Barbara Sardella e Francis Contessotto, presidente della Fism.
L’Usl 2 ha ora due tipi di elenchi da analizzare: il primo con i documenti relativi a esoneri vaccinali e certificati medici; il secondo con gli inadempienti «totali»: è su di loro che si concentreranno le attenzioni del personale sanitario.
I numeri nella Marca sono considerati soddisfacenti dal dipartimento di prevenzione. Sono circa 38mila i bambini fra 0 e 6 anni che frequentano i nidi e gli asili della Marca e di questi, la stima è che 300 siano «non in regola», senza alcuna dose vaccinale. Il numero dei bambini non immunizzati, spiega il responsabile del dipartimento Mauro Ramigni, da aprile è sceso del 40% con una copertura dal 93 al 95%; la zona della provincia in cui la percentuale di adempimenti è più bassa è la Pedemontana, ai confini con il Bassanese, considerato (a ragion di cifre) un territorio di forte orientamento no-vax. Una buona percentuale di genitori contrari all’obbligo ha già risposto tenendo a casa i bimbi dall’asilo spontaneamente; in due casi sono state le scuole materne Fism a comunicare alle famiglie che i piccoli non avrebbero potuto entrare in classe.
Il tema si riproporrà a settembre ma per allora i registri e la documentazione in possesso delle Usl saranno completi: le iscrizioni saranno consentite solo ai bambini in possesso della certificazione medica, dell’adempimento vaccinale o di un esonero motivato. Salvo deroghe.
Cinquetti
Facciano il nostro mestiere: convincere le famiglie a vaccinare
La Fism
Una linea comune era una necessità avvertita dai dirigenti