Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Zattere virtuali il Cnr di Venezia in soccorso ai velisti dispersi
Un nugolo di puntini rossi attraversati da una linea verde e da una blu. Ha questa forma la speranza di ritrovare i due velisti a Bordo del Bright, Aldo Revello e Antonio Voinea, dispersi dal 2 maggio – giorno dell’ultimo SOS - 500 km a est delle isole Azzorre: sono le mappe messe a punto dagli scienziati del Cnr di Venezia grazie a modelli matematici elaborati da computer e consegnate alla Marina Militare che si occupa delle operazioni di salvataggio. Il rosso rappresenta i possibili punti di deriva della zattera dei due, il verde dov’è più sicura l’eventualità del ritrovamento, il blu la probabile traiettoria. Il risultato somiglia alle simulazioni meteorologiche e serve a restringere l’area delle ricerche: lo studio delle condizioni ambientali – vento, deriva, onde, temperature – è stato svolto dall’Istituto di Scienze Marine di Venezia, mentre la loro applicazione alla zattera su cui potrebbero trovarsi i naufraghi è stato compito del team fiorentino del Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale. «Lunedì ci siamo messi al lavoro spontaneamente su impulso di Simone Perotti – scrittore e velista, ndr – autore di una campagna sul web per far proseguire le ricerche», precisa Sandro Carniel, alla guida del gruppo di lavoro veneziano composto da Davide Bonaldo e Antonio Ricchi. Poi mette in guardia sui limiti del modello rispetto alla situazione: «Sono azioni che hanno successo nella misura in cui sono applicate tempestivamente: la variabilità dei percorsi è di centinaia di km e abbiamo usato un modello con una risoluzione di 10 km, era il massimo disponibile». Una nuova elaborazione su modelli più accurati – 3 km di risoluzione – sta per essere completata dai ricercatori delle Azzorre: «Ho coinvolto di mia iniziativa la collega Manuela Juliano all’università delle Azzorre, che ha iniziato a elaborare il modello ieri mattina: i primi dati sembrerebbero confermare i nostri risultati». Carniel, che nel 2001 ricostruì il percorso da Portofino a Hyeres del corpo della contessa Vacca Agusta, ritiene utile che procedimenti di questo tipo diventino prassi: «Sarebbe auspicabile una task force per questi casi o almeno un’azione unificata di tracciamento come accade nel Pacifico».