Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Pasta Zara, pallino alla Sga Nuovo piano dopo il primo no delle banche
TREVISO Pasta Zara, il pallino della crisi nelle mani di Sga. I debiti - 241 totali, 178 solo con le banche - di cui tener conto per tentare il salvataggio del colosso trevigiano della pasta secca sono tanti. Ed è già chiaro che in questa partita il ruolo centrale lo giocherà la spa del Tesoro che ha ricevuto in gestione dalle liquidazioni di Veneto Banca e Popolare Vicenza i crediti deteriorati. Perché Pasta Zara è esposta con Sga per 73 milioni e la linea che potrà tenere la società, con i suoi limiti operativi ( ad iniziare dalla possibilità di concedere nuova finanza), rischia di incidere non poco sull’atteggiamento complessivo delle banche. Che intanto attendono per fine mese il nuovo piano industriale dell’Ad Angelo Rodolfi e dell’advisor Deloitte. Per le banche saranno fondamentali i numeri del rilancio, per capire se gli obiettivi di utile saranno sufficienti a ripagare i debiti. Soprattutto dopo la bocciatura della prima proposta avanzata, che aveva condotto alla richiesta di concordato preventivo di fronte al fatto che alcuni istituti avevano «manifestato - come si legge nella richiesta di concordato - la propria assoluta non disponibilità» a stralciare una parte dei crediti con la trasformazione in strumenti partecipativi.
Il salvataggio appare in salita. E i sindacati mettono le mani avanti rispetto a eventuali esuberi. Michele Gervasutti, della Uila-Uil di Treviso e Belluno, fa presente che il problema di Pasta Zara è finanziario e dunque non dovrebbe avere ricadute sull’occupazione anche alla luce di una produzione che rimane sostenuta. Dunque, almeno per quanto riguarda la componente produttiva dei lavoratori (a Riese il 70% dei 164 totali) sarebbe fuori bersaglio un intervento in questa direzione. Sempre a Riese gli impianti sembrano continuare ad operare al 100% della loro capacità, cosa che invece non avviene nelle altre due sedi di Muggia (Trieste) e Rovato (Brescia), dove le linee appaiono sovradimensionate. «Abbiamo sollecitato anche oggi un incontro con la direzione aziendale – aggiunge Gervasutti – passaggio necessario prima di incontrare in assemblea i dipendenti». (gf)