Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Primo no dell’Unesco alle colline del Prosecco: «Non sono uniche»
VENEZIA Il tono è quello di chi ha perso una battaglia ma non la guerra. Il professor Amerigo Restucci, coordinatore scientifico per la candidatura a Patrimonio Unesco delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ha reso noto che - «come previsto» - il primo esito della valutazione tecnica sul dossier «non è positivo»: «Non certo per motivi ambientali - si legge nel comunicato diffuso ieri sera dalla Regione - ma perché l’organo tecnico di valutazione ritiene che il territorio veneto non sia unico nel suo genere».
La bocciatura arriva dall’Icomos, un organo consultivo dell’Unesco che aveva il compito di esprimere una raccomandazione tecnica. Restucci cerca di fare buon viso a cattivo gioco: «Al di là dell’esito, gli stessi valutatori sottolineano le bellezze del nostro territorio, la capacità gestionale, la storicità di un territorio di cui, nel giudizio di valutazione, si sottolinea il valore mondiale. La valutazione espressa, quindi, pur concludendosi, per il momento, con un giudizio negativo, evidenzia i tanti pregi del territorio candidato: è proprio facendo leva su questi pregi che lavoreremo nei prossimi giorni per arrivare ad un giudizio finale positivo».
La partita infatti non è ancora chiusa: la decisione finale spetta al Comitato del Patrimonio formato da 21 Paesi, che si riunirà in Bahrein dal 24 giugno al 4 luglio e dovrà decidere se accogliere, modificare o integrare la raccomandazione tecnica dell’Icomos. «Da qui a fine giugno - commenta Restucci - proseguiremo quindi nel nostro lavoro per esaltare gli aspetti positivi indicati nel dossier e dimostrare ai membri del comitato dell’Unesco che il territorio veneto non solo è bello ma è anche unico al mondo».
Le attenuanti non mancano: dopo aver ricordato che «l’Italia, avendo il primato mondiale dei siti riconosciuti dall’Unesco Patrimonio dell’umanità, sconta da anni un giudizio tecnico sui nuovi dossier di candidatura molto critico», Restucci cita il caso dei dossier sul paesaggio vitivinicolo delle Langhe-Roero e Monferrato e di quello sulle Faggete vetuste, che avevano ottenuto un primo giudizio negativo salvo poi ottenere l’ok del Comitato del Patrimonio «grazie ad un lavoro costante dell’ambasciatrice italiana all’Unesco, Vincenza Lomonaco». Due precedenti che fanno ben sperare: «Siamo convinti - conclude Restucci - che il Ministero degli Esteri, che ha ora la responsabilità di gestire il negoziato internazionale, insieme alle altre Amministrazioni coinvolte, grazie anche alle capacità negoziali dell’ambasciatrice Lomonaco, saprà far valere le nostre ragioni e dimostrare al mondo l’unicità delle colline di Conegliano e Valdobbiadene».
Ottimismo a parte, la bocciatura è un duro colpo per il governatore Luca Zaia, che in questi mesi si è speso molto per promuovere la candidatura del Prosecco. L’ultima polemica risale a fine aprile, quando il consigliere del Pd Graziano Azzalin ha scoperto che negli ultimi dieci anni la Regione ha stanziato circa 500 mila euro per la candidatura. Ora resta da capire se l’investimento verrà premiato.