Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mancano 1500 medici di base e mille ospedalieri
VENEZIA A Roma come a Venezia, ieri, si è discusso della carenza di medici, ospedalieri e del territorio. In Conferenza StatoRegioni si è cominciato a parlare dell’aumento delle borse di studio per gli specializzandi da 6000 a 8500 all’anno per il periodo 2018/2020 (al Veneto ne andrebbero 544 l’anno), mentre in commissione regionale Sanità si è fatto il punto della situazione. I medici di base hanno presentato dati sconfortanti: «Entro il 2027 ci saranno 1.240.000 veneti senza medico di famiglia, perchè in organico ne mancheranno 1572, tra pensionamenti e numero inadeguato di borse di studio — hanno fatto presente i sindacati di categoria Fimmg, Smi, Snami e Intesa sindacale —. Nell’ultimo quinquennio il Veneto ha avuto una media di appena 43 borse di studio all’anno, l’1,4% del totale nazionale, come la Calabria. E contro il 2,5% dell’Emilia e il 3,5% della Toscana, che hanno una popolazione inferiore».
Non va meglio per gli ospedalieri: «Nei prossimi cinque anni la nostra regione ne perderà mille — annuncia Adriano Benazzato, segretario dell’Anaao — scenderemo a 7350. L’aumento delle borse di studio non è risolutivo, perchè l’immissione in servizio dei nuovi colleghi non è immediato. Bisogna tornare agli anni ‘80, quando i neolaureati in Medicina potevano essere assunti subito e affrontare la specializzazione direttamente sul posto di lavoro».
La seduta si è poi accesa per un piccolo incidente diplomatico tra la Fimmg, che inavvertitamente ha consegnato a tutti i consiglieri il proprio dossier, e il presidente Fabrizio Boron. Dentro la sua copia c’era la bozza di un comunicato nel quale si cita l’intenzione del sindacato di denunciarlo perché ha dichiarato che qualora i medici di base diventassero dipendenti della Regione lavorerebbero 38 ore a settimana e non più 17. «Cos’è, un tentativo di intimidazione?», ha chiesto Boron, che ha messo agli atti la bozza. Le 4 sigle l’hanno comunque denunciato.( m.n.m.)