Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il Mose tra parchi, darsene e il faro «I cittadini ci dicano che cosa serve»
E’ il primo «dibattito pubblico» in Italia. Fiengo: i soldi ci sono, faremo presto
Nesto Il cantiere ha devastato il nostro territorio: rivedere il waterfront
VENEZIA «Quando cammino lì soffro. Una volta si vedeva l’acqua, ora non più. Il cantiere ha devastato una porzione del nostro territorio e ha creato una cesura. Chiediamo che questo scempio sia superato in tempi rapidi e che sia l’occasione per ridisegnare il nostro waterfront complessivo». A parlare non è un battagliero esponente dei No Mose, ma il moderato sindaco forzista di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto, che chiede piste ciclabili, aree verdi, strutture di servizio (e «non negozi»). Ed è indicativo di come il territorio abbia vissuto i cantieri iniziati nel 2003 e ancora oggi in corso. E’ per questo che fin dalla sua nomina come commissario del Consorzio Venezia Nuova, l’avvocato Giuseppe Fiengo lavora per riavviare quei progetti di inserimento paesaggistico del Mose che dovrebbero non solo «abbellire» le poche opere visibili del sistema di dighe mobili che proteggerà Venezia dall’acqua alta, ma anche superare, appunto, quella «cesura» con il territorio. Con il convinto sostegno del provveditore interregionale alle opere pubbliche Roberto Linetti, sono stati dunque ripresi in mano i disegni realizzati un decennio fa dallo Iuav e ieri è stato avviato – prima volta in Italia – quel «dibattito pubblico» che ambientalisti e Cinque stelle vorrebbero obbligatorio per tutte le grandi opere.
«Iuav era stato coinvolto per l’inserimento architettonico, che è stato in buona parte recepito dai progetti esecutivi - ha spiegato il rettore Alberto Ferlenga, che all’epoca si era occupato della spalla sud della bocca di porto di Chioggia - Poi però siamo andati oltre, partendo dal fatto che, secondo i progetti, queste opere sarebbero state chiuse al territorio, quasi militarizzate, anche per questioni di sicurezza. E le abbiamo “riaperte all’uso comune».
Ecco allora che uno dei suoi predecessori, l’architetto Carlo Magnani, che si era occupato della bocca di Lido, aveva immaginato un belvedere al porto rifugio di Treporti con le dune a gradoni, un parco nell’isola nuova per collegare mare e laguna in mezzo agli edifici degli impianti «mascherati», una passeggiata con porticato e una darsena sul lato di San Nicoletto. «In quel modo avremmo riunificato l’area Sic protetta», spiega Magnani. Alberto Cecchetto aveva invece pensato a una bocca di Malamocco caratterizzata dai due edifici tecnici dirimpettai trasformati in una sorta di «lampada», uno verde e uno rosso, mentre nelle altre aree si erano ipotizzati percorsi ciclabili e pedonali, nuove spiagge e anche un porticciolo dove oggi c’è la piarda in mare che ospita da anni i cantieri di cassoni e paratoie e sarebbe provvisoria. «Per me demolirla è un errore, sarebbero 10 milioni di euro buttati - dice Linetti, ben sapendo di scatenare le ire ambientaliste - Ormai l’opera esiste, abbiamo fatto delle ipotesi con Iuav e Autorità portuale». Più prudente Fiengo: «Non è stata presa alcuna decisione, per ora ci serve, poi le decisioni saranno prese con un ampio dibattito». A Chioggia invece Ferlenga aveva riunificato il molo di Sottomarina e ipotizzato un nuovo faro che si farà: «Un elemento che cambierà il paesaggio», dice Linetti. Sulla spalla nord Aldo Aymonino aveva lavorato sulla riqualificazione dell’area a ridosso di Ca’ Roman.
«Questo è un punto di partenza, ma noi vogliamo sentire enti locali e cittadini perché non ha senso fare una pista ciclabile se serve un parco o viceversa» commenta ancora il provveditore che poi, vedendo tra il pubblico molti di coloro che da anni lottano contro il Mose (Luciano Mazzolin, Vincenzo Di Tella, Stefano Boato, Andreina Zitelli e altri), è sbottato: «La vostra opinione la conosco già, vorrei quella dei giovani, dei 40 anni». «Si vergogni, si dimetta», gli ha gridato Zitelli. Gli ambientalisti sono un po’ scettici, ma ieri per esempio Boato ha plaudito all’iniziativa, pur con i necessari correttivi. Dopo l’incontro propedeutico, ora ce ne saranno altri bocca per bocca, visibili in diretta sulla pagina Facebook di Thetis, che li ospiterà nella sua sede dell’Arsenale, dove sono esposte le tavole dei progetti: si parte il 30 maggio con Chioggia, poi nei successivi mercoledì si parlerà di Lido Treporti, Lido San Nicolò e infine Malamocco. «A quel punto raccoglieremo velocemente le idee, decideremo e partiremo con i progetti», dice Fiengo, rispondendo all’appello di Nesto a «fare presto». E i soldi? «Ci sono già assicura Linetti - I conti precisi li faremo più avanti ma credo che potranno servire non più di 100 milioni di euro».
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