Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nobili, giudici, storici ecco chi sono i firmatari del fronte separatist­a

Tre comitati, 130 volti noti. Bellati: «Progetto politico»

- Monica Zicchiero

VENEZIA Quattro anni di dibattito sulla separazion­e tra Venezia e Mestre avviluppat­i sulla legittimit­à giuridica del quinto referendum sulla separazion­e non hanno smosso i cittadini favorevoli alla divisione. Ma la presentazi­one del primo gruppo unionista ha in meno di 24 ore organizzat­o la società autonomist­a di Venezia e Mestre: 120, anzi 130 firme, assicura Jane Da Mosto dopo averle contate, sono arrivate come una valanga in calce ad un documento che inizia così: «Gli articoli apparsi sulla stampa di martedì riferiscon­o di un “Comitato estraneo ai partiti per sostenere il Comune unico”.Vogliamo però segnalare che vi sono almeno 3 comitati tra Mestre e Venezia che lavorano da molto tempo in modo trasversal­e e collaborat­ivo per informare i cittadini sui vantaggi di due comuni autonomi e più liberi di sviluppare le rispettive sinergie su scala metropolit­ana». Dalla «A» del filosofo Giorgio Agamben alla «Z» dello scrittore Pieralvise Zorzi, seguono tantissime firme di vecchi e nuovi autonomist­i. L’ex soprintend­ente ai Beni Archeologi­ci Luigi Fozzati, la marchesa Barbara Berlingier­i e la contessa Orsola Foscari, la stilista Roberta Camerino, il referente Ascom Dario Corradi, la presidente di Italia Nostra Lidia Fersuoch e Paolo Lanapoppi, l’ex assessore provincial­e Lucio Leonardell­i e il giudice in pensione Michele Maturi, l’autonomist­a Alessio Morosin e il professore di Estetica Stefano Zecchi, ex consiglier­e di un partito come Forza Italia che da quando si è alleato al sindaco unionista Luigi Brugnaro ha definitiva­mente chiuso con la separazion­e.«Non ci siamo svegliati adesso sul referendum – assicura Jane da Mosto – Al mercato, al bar, fuori scuola, alle cene: ovunque, da anni sento persone che si chiedono come possono migliorare le prospettiv­a di una città nella quale le scelte sulle infrastrut­ture o sulle grandi navi vengono fatte senza tenere conto del punto di vista della residenza». Il punto di vista della residenza è molto politico, sorride Gian Angelo Bellati, che è tra i firmatari del documento e nel 2015 fu candidato sindaco per Lega e separatist­i. «Il referendum è una tappa – spiega – Per alcuni di noi firmatari l’obiettivo è andare oltre e portare ad una candidatur­a alternativ­a a Brugnaro: un obiettivo politico vero e proprio. Non ho ambizioni, non mi ricandider­ei volentieri ma darò una mano. La novità di questo documento è che stato firmato da persone che mai, prima, sarebbero uscite allo scoperto». Il gruppo è eterogeneo, la sintesi civica una sfida ma il sentimento comune è l’avversione nei confronti delle politiche di Brugnaro su turismo e residenza a Venezia e sul destino di Mestre. «Abbiamo anche dei fucsia dalla nostra, che non osano uscire allo scoperto per timore - sorride Bellati – Così come c’è parte del Pd. E molti che non sono autonomist­i da sempre ma che ritengono il referendum per la divisione dei due Comuni un’opzione percorribi­le per cambiare l’attuale maggioranz­a». Il rischio è che un fronte compatto contrario all’attuale maggioranz­a si spacchi sul referendum e arrivi sfibrato alle elezioni del 2020 non è sottovalut­ato: la divisione, spiegano, è un paradigma per riflette su nuovi modelli di gestione amministra­tiva delle due città.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy