Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Si dimette il consigliere indagato Avvocati in coda in procura
Marcon, Zampedri lascia. Cancellato l’evento sulla legalità
VENEZIA Lo scandalo delle vetrerie di Murano ha causato uno smottamento nella maggioranza di centrodestra al Comune di Marcon: ieri mattina il capogruppo di Fratelli d’Italia Michele Zampedri si è dimesso dal consiglio e pure l’evento in favore della legalità che aveva organizzato per stasera è stato rinviato a data da destinarsi. Erano invitati il procuratore di Venezia, il questore, il comandante della locale compagnia dei Carabinieri: tutto cancellato, se ne riparlerà in un’altra occasione. «Ho preferito disdire l’incontro – spiega il sindaco di Marcon Matteo Romanello (Lega) - Non mi sembrava il caso di fare un incontro del genere in questo momento».
Il momento è quello che ha portato otto vetrerie di Murano sotto inchiesta per evasione fiscale. Zampedri è indagato in qualità di titolare della Vetreria Artistica Vivarini, accusato dalla Procura di aver sottratto al fisco evaso 174mila euro di tasse grazie al «trucco del Pos», usato con i clienti stranieri: questi acquistavano con bancomat e carte di credito in vetreria, ma il dispositivo era collegato in realtà al cambiavalute Claudio Pellarin, che incassava la cifra in nero e poi la restituiva all’azienda trattenendo il 5 per cento come commissione. Una classica «retrocessione» che in cinque anni avrebbe generato un flusso di «nero» da 30 milioni di euro, con cinque milioni e mezzo sottratti al fisco. Le imprese coinvolte sono Massimiliano Schiavon Art team srl, Vivarini, Vetreria artistica Reno Schiavon, Linea Murano art, Vetreria Murano arte, Bisanzio Gallery, Ars Cenedese, Cam Vetri d’arte. L’inchiesta condotta dal pm Stefano Buccini e dalla Guardia di Finanza e ha portato già alle prime ammissioni e ieri c’erano già diversi avvocati fuori dalla porta del magistrato: per esempio Loris Tosi, che difende Cenedese, Bisanzio e Reno Schiavon, e Tiziana Ceschin e Alessio Alacqua per Linea Murano Art. Intanto la Finanza sta analizzando carte e dispositivi sequestrati lunedì per avere ulteriori conferme delle accuse, già solide come ha scritto il gip nell’ordinanza di sequestro.
Scoppiato lo scandalo,
Romanello Sono arrabbiato, c’è un disagio istituzionale. Non me l’aspettavo
Zampedri si era eclissato. Introvabile per tutti, cellulare spento, telefoni in azienda che squillano a vuoto. Ha interrotto il silenzio solo ieri mattina per chiamare il segretario di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon e comunicargli la sua decisione. «Si è dimesso per evitare strumentalizzazioni nei confronti di un partito che fa dell’onestà un aspetto irrinunciabile – spiega il segretario – Ho apprezzato il suo gesto, spero dimostri la sua estraneità». Le dimissioni non sono state formalizzate, spiega il sindaco. «C’è un certo disagio istituzionale – ammette Romanello – Dal punto di vista politico sono arrabbiato: mai avrei pensato che potesse verificarsi questa situazione». Pare che Zampedri fosse in predicato di subentrare al collega di partito Antonio Dell’Anna, assessore al Commercio. Ma il sindaco smentisce: «Non ci sono basi per un rimpasto». La maggioranza ieri sera ha tenuto una riunione in un clima cupo. A Zampedri subentrerà in consiglio Stefano Franceschetto.