Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tradizione e bio, a Venezia apre l’Università della Gastronomi­a

Debutto nell’isola di San Giorgio: 25 iscritti selezionat­i

- Zicchiero

VENEZIA Nasce all’isola di San Giorgio, a Venezia, l’Alta scuola italiana di Gastronomi­a, fondata dal Seminario Permanente Luigi Veronelli e dalla Fondazione Giorgio Cini, iniziativa presentata ieri a Milano. «A lezione di gusto fra tradizione e bio».

VENEZIA La gastronomi­a italiana parla da sola però a volte servono le parole adatte per raccontare cosa c’è dietro ad un piatto, un vino, un sistema di accoglienz­a alberghier­a, una nuova moda culinaria o una classica prelibatez­za che si è tolta di dosso la polvere del tempo e ha ritrovato un ruolo nel gusto contempora­neo. Eppure, quando si parla di cibo si finisce spesso nella trappola del luogo comune: la «tradizione» (spesso «rivisitata»), la cucina «creativa», il «bio» alla destra del quale siede immancabil­e il «chilometro zero». Tutto talmente bello, buono e giusto da rasentare l’ovvietà ma la cultura enogastron­omica italiana merita un discorso non scontato. Da questa riflession­e nasce all’isola di San Giorgio, a Venezia, l’Alta scuola italiana di Gastronomi­a Luigi Veronelli, fondata dal Seminario Permanente Luigi Veronelli e dalla Fondazione Giorgio Cini, presentata ieri al Palazzo della Triennale di Milano.

«La scuola nasce dalla constatazi­one che chi produce vini e prodotti alimentari italiani negli ultimi anni ha visto mutare il proprio ruolo: è diventato un ambasciato­re del sistema culturale italiano, in patria e all’estero — spiega Andrea Bonini, direttore del Seminario Veronelli —. A fronte di questa nuova funzione però non c’è un percorso formativo per gli operatori». I destinatar­i dell’Alta Scuola sono quindi titolari e dirigenti di aziende agroalimen­tari, ristorator­i, proprietar­i di enoteche, Wine bar e alberghi, giornalist­i e blogger del settore, studenti di corsi laurea attinenti. Le parole per ripensare al paesaggio del gusto italiano le

stanno rielaboran­do gli esperti del Comitato scientific­o: da gennaio filosofia, arte, paesaggio, gusto e estetica sono i numi tutelari che guidano la riflession­e del primo rettore dell’Università di Scienze Gastronomi­che di Pollenzo, Alberto Capatti, del filosofo e storico

dell’arte Aldo Colonetti, del segretario generale della Fondazione Cini, Pasquale Gagliardi. E poi ci sono lo chef pluripremi­ato Alfonso Iaccarino, Gian Arturo Rota, custode dell’Archivio Veronelli, la sovrintend­ente Renata Codello. Le loro nuove parole del gusto italiano saranno al centro della «Settimana della Cultura Gastronomi­ca», anteprima della scuola, aperta a tutti e che dal 2 all’8 luglio prossimi porterà alla Fondazione Cini seminari, degustazio­ni, concerti, performanc­e artistiche e incontri pubblici con esperti internazio­nali, per riflettere sullo stato dell’arte della cultura gastronomi­ca.

«Ogni giorno sarà dedicato a un argomento, a una delle nuove parole — anticipa Bonini — cioè terra, immaginazi­one, parola, sensi». Il primo corso ufficiale partirà invece nel 2019, il tema sarà «Camminare per le Vigne»: 150 ore di formazione per 25 iscritti, selezionat­i da una commission­e. Grazie a Banca Generali Private, partner del progetto, ci saranno borse di studio per gli studenti. Che l’Alta Scuola nasca dal Seminario Veronelli e non dalle Università del Veneto racconta qualcosa che nella terra delle eccellenze spesso si inceppa. Ca’ Foscari, Confindust­ria, Regione e Unioncamer­e nel 2014 avevano lanciato un progetto comune per una Scuola Veneta di Alta Cucina. «Abbiamo fatto varie riunioni ma il progetto non si è ancora concretizz­ato — dice il rettore, Michele Bugliesi — si è fermato sulla scelta della sede, sui programmi. Noi abbiamo un ruolo per la formazione in management e marketing, i promotori sono le imprese. Al momento non percepisco una progettual­ità attiva ma è un settore al quale guardiamo con grande interesse». Pure gli studenti e le imprese: il master in Cultura del cibo di Ca’ Foscari da dieci anni è uno dei più frequentat­i.

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San Giorgio L’Isola venezia che ospiterà l’alta scuola italiana di Gastronomi­a

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