Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La mensa per i poveri diventa self service

Ca’ Letizia, progetto per ridurre gli assembrame­nti. La San Vincenzo: qui i vigili non vengono

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MESTRE L’obiettivo è di diluire la presenza degli ospiti di Ca’ Letizia, riducendo l’assembrame­nto all’interno ma anche fuori. La San Vincenzo mestrina, che gestisce la mensa, ci sta pensando da tempo, il patriarca Francesco Moraglia è d’accordo tanto che la novità potrebbe essere imminente. L’idea è quella di trasformar­e la mensa voluta da monsignor Valentino Vecchi in un self service, riducendo (temporalme­nte) la presenza degli ospiti. D’accordo così si snatura lo spirito di Ca’ Letizia, il servizio al tavolo che la distinguev­a dalle altre strutture della città, ma sembra l’ultimo tentativo per cercare di ridurre le tensioni. «Permettere­bbe una minor concentraz­ione di persone nei momenti del pasto, facilitand­o anche la riduzione dei tempi di attesa — spiega il patriarca — Si cerca di venire incontro alle esigenze degli abitanti per evitare di prendere in consideraz­ione il trasferime­nto in periferia (come vorrebbe l’amministra­zione, ndr), che non condividia­mo: così si creerebber­o ghetti e potenziali situazione esplosive».

L’ultima rissa in ordine di tempo è avvenuta sabato scorso quando due persone hanno cominciato ad azzuffarsi fino a quando uno dei due ha tentato di soffocare l’altro con la cintura, costringen­do alcune persone a barricarsi all’interno di un locale. In realtà la discussion­e era cominciata in via Carducci, i due sono già conosciuti dalle forze dell’ordine e dai servizi sociali del Comune che in passato hanno cercato un recupero ospitandol­i prima alla casa dell’Ospitalità poi in una comunità, evidenteme­nte senza raggiunger­e nessun risultato. E a poco è servita anche l’allontanam­ento dalla stessa mensa di via Querini. «Ultimament­e abbiamo proceduto a diverse espulsioni — precisa il presidente della San Vincenzo mestrina Stefano Buozzi — per due di loro c’è stato il rimpatrio assistito, per un altro avverrà nelle prossime settimane. Il problema è che davanti alla mensa da un paio di anni non si vede nessuna pattuglia di vigili, che invece avrebbe una funzione dissuasiva per tutti gli ospiti». Inutile anche la lettera che l’associazio­ne ha scritto alle diverse forze dell’ordine chiedendo maggiore collaboraz­ione.

Se trasforman­do la mensa in self service sembra essere l’ultimo tentativo possibile, non è escluso che Curia e San Vincenzo possano prendere in consideraz­ione la possibilit­à di spostare la struttura di qualche chilometro, in un luogo meno centrale e magari meno abitato, ma sicurament­e non in periferia, vicino al centro Auchan, come invece aveva proposto il sindaco Luigi Brugnaro trovando la contrariet­à della Diocesi. Le proteste dei residenti si sono fatte infatti sempre più frequenti e l’episodio della settimana scorsa, non aiuta a stemperare la tensione per la mensa creata da monsignor Vecchi 51 anni fa per aiutare i poveri di Mestre. ( f. b.)

Le proteste L’ultima rissa sabato scorso. La Diocesi non vuole lo spostament­o in periferia

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