Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Viviani, è poker di tappe al Giro: «Lo volevo così»
Sul traguardo di Iseo l’olimpionico di Vallese timbra il quarto successo e consolida così il suo primato nella classifica a punti
VERONA Arriva la quarta vittoria in volata per Elia Viviani al Giro d’Italia: l’olimpionico veronese timbra il traguardo di Iseo e consolida il primato nella classifica per la maglio ciclamino.
VERONA E sono quattro. Dopo la doppietta in Israele e il successo a Nervesa della Battaglia, sul traguardo di Iseo il velocista veronese Elia Viviani mostra le quattro dita del poker e si conferma signore assoluto degli sprint in questa edizione numero 101 del Giro d’Italia.
Un Giro che parla sempre più veneto: i quattro centri di Viviani vanno ad aggiungersi a quello messo a segno dal vicentino Enrico Battaglin in Sicilia. La tappa numero 17 da Riva del Garda a Iseo, 155 km passando tra i vigneti della Franciacorta, ha visto il velocista di Vallese infilare la quarta gemma con uno sprint tanto potente quanto spettacolare. La sfida era tra lui e Sam Bennet, che puntava ad impattare sul tre pari la partita a due: niente da fare per l’irlandese, che alla fine si è dovuto inchinare alla superiorità di Viviani, autore di uno sprint regale per forza e tempismo tattico. Sotto la pioggia battente la volata bagnata si presenta rischiosa e ricca d’insidie: Elia marca Bennet a vista, poi in rotaia parte la Tav griffata QuickStep pilotata dal gigantesco Stybar e Sabatini, l’uomo di fiducia di Viviani. Van Poppel dà fuoco alle polveri ma il veronese sta in agguato e come un felino gli prende la ruota, lo affianca, e lo passa per gli ultimi colpi di pedale sotto lo striscione d’arrivo. Vittoria che sembrerebbe quasi arrivata in scioltezza, tanto è netta.
Inutile la rimonta di Bennet, comunque buon secondo; terzo Bonifazio, quarto Van Poppel. La maglia ciclamino è ora sempre più sulle spalle di Viviani, che rafforza la posizione nella classifica a punti: ora sono 290 contro 232 di Bennet. Appuntamento per l’ultima sfida a Roma, domenica per la chiusura del Giro nella suggestiva cornice dei Fori Imperiali. Prima ci saranno però da affrontare tre giorni durissimi sulle Alpi c he, giocoforza, vedranno i velocisti stringere i denti e fare i calcoli per arrivare dentro il tempo massimo. Al traguardo ai microfoni della Rai, Viviani è raggiante: «Bennett qui poteva pareggiare i conti, la tappa era più adatta a lui che a me. Hanno provato a metterci in difficoltà, io mi sono staccato nella salita di terza categoria, ma l’abbiamo spuntata anche. Era lui alla fine che doveva guadagnare 40 punti, a noi poteva andar bene che arrivasse la fuga per difendere la maglia. Non abbiamo lavorato tanto, ma siamo rimasti sempre compatti. Negli ultimi chilometri, vista la pioggia, abbiamo cambiato impostazione dello sprint. Se la strada fosse stata asciutta sarei rimasto sulla ruota di Bennett, invece abbiamo preferito prendere la testa del gruppo con il nostro treno. I miei compagni hanno svolto come sempre un lavoro super, Saba (Sabatini, ndr) è tornato over the top».
Poi si lascia andare a tutta la sua felicità, dopo aver dovuto rinunciare al Giro lo scorso anno per decisione della squadra: «Mi sto godendo questo Giro al 110%. Era quello che volevo dopo Rio, sentire i tifosi vicini sulle strade del mio paese, il pubblico è fantastico, tutti i giorni. Sono davvero felice di aver vinto davanti a Elena e tutta la mia famiglia riunita». E tocca quindi alla fidanzata Elena Cecchini (ventiseienne di Udine, per tre volte campionessa italiana su strada nella categoria Elite) commentare il successo del suo Elia: «Sono felice per lui. Elia si sente a suo agio con la sua nuova squadra. Io e la sua famiglia — dice — gli siamo sempre molto vicini. Qui c’era anche il nostro cane Attila, il nostro portafortuna».
Viviani
Mi mancava il contatto diretto con i tifosi lungo la strada, qui mi godo la corsa al 110 per cento