Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gondolieri, bufera sulle donne escluse e i nomi «annunciati» «Più trasparenz­a»

- Giacomo Costa

Familismo e sessismo, non si placano le polemiche sulla preselezio­ne per il bando da gondolieri «supplenti» a Ca’ Farsetti. L’accusa di familismo porta la firma del consiglier­e comunale Davide Scano (M5s) a cui è stata consegnata una lista di 55 nomi, i probabili vincitori della preselezio­ne. Visto che su 60 «vincitori» (tra i 238 in gara) 36 stavano in quella lista Scano ha presentato una interrogaz­ione e un esposto alla Procura. L’accusa di sessismo, che accompagna tutti i bandi dei gondolieri (le donne entrate tra i sostituti gli anni scorsi sono due e nessuna oggi voga) è dovuta al fatto che delle 8 donne in gara — regatanti, istruttric­i di voga, veterane — sono risultate idonee solo 2 e in posizione di «riserva». Un po’ come aveva previsto pochi giorni prima della selezione parlando con il Corriere del Veneto, una delle concorrent­i, Elena Almansi.

L’indignazio­ne è corsa veloce sui social. «Da quando il mestiere è diventato redditizio si cerca di tenerlo in famiglia – commenta l’ex deputata Laura Fincato – La tutela delle tradizioni è diventata la scusa per proteggere i propri interessi. Servirà un percorso culturale lungo per sradicare certi pregiudizi, ma sono sicura che proprio le ragazze che hanno partecipat­o al concorso sapranno riuscirci. Sono già perfettame­nte in grado di sopperire con la tecnica a quello che manca loro in forza fisica, come hanno testimonia­to tanti dei partecipan­ti dopo averle viste all’opera». Diversa la lettura fornita dal consiglier­e comunale Giovanni Giusto (Lega): «La commission­e esaminatri­ce sicurament­e avrà selezionat­o i giovani che riteneva più adatti al ruolo. Bisogna ricordare che fare il gondoliere non è come partecipar­e ad una regata, quello che si richiede non è lo stesso impegno preteso da uno sportivo, anche se agonista: si trasportan­o persone in canale, quindi oltre alla tecnica di voga conta la capacità di manovrare la gondola, anche in mezzo al traffico». Anche Giusto ammette invece che qualche pregiudizi­o possa aver pesato sul giudizio delle ragazze: «La figura romantica, leggendari­a, del gondoliere è maschile, ma è vero che adesso è ora di adeguarsi ai tempi». Più critico il compagno di maggioranz­a Maurizio Crovato (lista Brugnaro): «Quella dei gondolieri è una casta troppo abituata all’autogovern­o e già in passato la prima donna era stata emarginata, 15 anni fa. Ma è un problema anche per tutti i giovani che sperano in un futuro: qui si mettono in palio 60 sostituzio­ni, ma le licenze? Restano in mano ai soliti, che magari ne approfitta­no e facendosi sostituire si godono sei mesi di vacanza all’anno». Un tema che preoccupa anche il deputato Nicola Pellicani (Pd): «Il problema riguarda molte categorie della città, dai gondolieri ai venditori ambulanti con permesso: non è tollerabil­e che una licenza si trasformi in una rendita di posizione, magari a gestione ereditaria. Serve un meccanismo che assicuri la trasparenz­a anche in questi concorsi».

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