Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Date credito, o legalità a rischio»
Il prefetto di Treviso convoca banche, categorie e Veneto Sviluppo: le imprese vanno sostenute
VENEZIA Il prefetto di Treviso, Laura Lega, ha convocato ieri mattina tutti i principali attori del mondo bancario, categorie e Veneto Sviluppo per sollecitare una maggiore attenzione verso le aziende che hanno bisogno di credito: in caso contrario, il rischio è che si sconfini nell’illegalità.
Intanto, dopo l’incontro a Roma con il premier in pectore Giuseppe Conte, le associazioni dei risparmiatori azzerati restano divise tra chi invoca una nuova legge ah hoc e chi spinge per utilizzare quella attuale sui rimborsi senza perdere altro tempo.
VENEZIA Davanti al premier incaricato, Giuseppe Conte, erano tutti sorridenti e ne avevano i migliori motivi: è fortissimo il valore, anche simbolico, contenuto nella decisione di ricevere i rappresentanti dei risparmiatori colpiti dal crac delle banche ancora prima di insediarsi a palazzo Chigi, come a segnalare che la vicenda, d’ora in avanti, «verrà affrontata dal lato opposto rispetto al passato, dal lato opposto delle banche e dei poteri forti» (cit. Letizia Giorgianni, Associazione vittime del Salvabanche).
Però, passata la sbornia emotiva per un evento del tutto inatteso («Credevo che Villarosa dei 5 Stelle volesse farmi uno scherzo - racconta Patrizio Miatello dell’associazione Ezzelino da Onara -, fino alle 11 del mattino di giovedì non sapevo nulla dell’incontro a Roma»), riemergono intatte le divisioni di strategia e prospettiva tra le associazioni che rappresentano la sterminata platea degli ex soci azzerati. Per riassumere: Andrea Arman, presente all’appuntamento con il premier incaricato per il Coordinamento banche don Torta, non retrocede dall’idea che sia necessaria «una legge nuova e più semplice sui rimborsi, perché l’impostazione del decreto Baretta richiede che gli azionisti dimostrino di essere stati truffati e questo escluderà da ogni tutela la maggioranza degli interessati». Non sfugga il fatto che Arman, alle elezioni politiche dello scorso marzo, era candidato (non eletto) nelle liste del M5s. E infatti, proprio su input dei parlamentari pentastellati D’Incà, Pesco e Villarosa, l’avvocato Matteo Moschini si sta già muovendo per riunire a Padova il 2 giugno tutte le associazioni più rappresentative, per dare vita a un tavolo tecnico di esperti della materia che sarà chiamato a elaborare alcune proposte specifiche da sottoporre ai nuovi legislatori giallo-verdi.
Al contrario, il già citato Miatello e il suo gruppo insistono perché si proceda nel solco attuale, quello tracciato dalla legge di Stabilità e declinato operativamente nel decreto attuativo affidato al sottosegretario uscente Pierpaolo Baretta, impantanatosi finora nell’andirivieni tra Presidenza del consiglio dei ministri e Consiglio di Stato. Ribadisce Miatello, sul treno di ritorno da Roma: «Conte non ha parlato di rifare la legge, ci ha detto che andranno a verificare quanti soldi ci sono ancora nei conti correnti e nelle polizze “dormienti” (da lì è previsto che arrivino i fondi per rimborsare gli ex soci, ndr) e che il ristoro dei risparmiatori sarà uno dei primi provvedimenti che verranno portati in consiglio dei ministri. Arman vuole cambiare la legge? Allora deve anche far cambiare il contratto di governo tra Lega e M5s. E si ricordi sempre che la gente sta aspettando i rimborsi e che ci sono persone in estrema difficoltà». Un concetto, quest’ultimo, ripreso e sottolineato anche da Fulvio Cavallari di Adusbef Veneto: «Non possiamo perdere altro tempo: abbiamo una legge, applichiamola. Usiamo i 100 milioni di euro che sono già stanziati a bilancio e dopo, ma solo dopo, pensiamo a fare altri tavoli tecnici per cambiare o migliorare le regole».
C’è da dire che il premier in pectore Conte ha utilizzato parole specifiche al temine dell’incontro di giovedì sera: «Chi ha subito truffe o raggiri sarà risarcito». Cioè chi è rimasto vittima di uno specifico reato, non indistintamente tutti i danneggiati dall’azzeramento delle azioni delle ex Popolari. L'ha notato anche il sottosegretario ormai in uscita Pierpaolo Baretta (Pd): «Direi che le frasi del premier incaricato sono una conferma della nostra impostazione, ha parlato esplicitamente di truffati e non dell’intera platea degli ex soci: questa - sottolinea Baretta - è la vera e sostanziale distinzione. Se invece la nuova maggioranza pensa di aumentare le risorse, e io credo che lo vogliano, allora andrà approvata una nuova legge ad hoc: non è possibile farlo attraverso un decreto di attuazione. L’impostazione di Arman? Non è praticabile».