Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ricatto hard, la segretaria racconta la sua verità «Sono io la vittima»
«Le minacce? Solo battute». Ma in casa scoperti nuovi indizi
PADOVA «Nessuna estorsione, sono io quella che è caduta in trappola». Sara Andretta, 42 anni, di Loria, arrestata per aver estorto 20 mila euro a un imprenditore suo ex amante, è comparsa ieri davanti al giudice per le indagini preliminari e ha raccontato la sua verità. «Con lui una storia durata sette mesi.
PADOVA Pantaloni scuri, capelli raccolti. L’abbigliamento è dimesso, il volto stanco, ma il piglio è agguerrito e per niente persuaso a cedere. «Nessuna estorsione, sono io quella che è caduta in trappola». Sara Andretta, 42 anni, di Loria, arrestata per aver estorto 20 mila euro a un imprenditore suo ex amante, è comparsa ieri davanti al giudice per le indagini preliminari. Il gip ha convalidato l’arresto ma invece dei domiciliari le ha ordinato di non avvicinarsi all’uomo, una formula che mantiene solido l’impianto accusatorio pur alleggerendo la misura cautelare della donna, che non ha precedenti penali.
Eppure lei ritiene di non aver nulla di cui pentirsi, nonostante intercettazioni e messaggi registrati dai carabinieri sembrino inchiodarla. Ebbene, secondo Andretta non è vero che lei, ex dipendente ed ex amante dell’imprenditore, volesse estorcergli soldi per vendicarsi del suo licenziamento, non è vero che avesse puntato a 150 mila euro accontentandosi poi dei 20 mila che le sono costati l’arresto in flagranza. «Ero stata assunta nella sua azienda da un anno, lavoravo come traduttrice nel settore commerciale, poi sono stata licenziata – spiega – con lui cui ho avuto una storia di sette mesi, ci incontravamo un po’ dappertutto, anche in azienda, quando sono rimasta a casa lui mi ha detto che avrebbe creato una figura professionale ad hoc per me ma non l’ha fatto, voleva solo togliermi di mezzo, ma ha detto che mi avrebbe aiutata, io pensavo che quei soldi che mi ha dato fossero l’aiuto che si era impegnato a offrirmi, le mie erano solo battute, conosco bene la sua famiglia».
Una difesa che zoppica rispetto alle indagini fatte dai carabinieri di Cittadella, cui il suo ex amante si era rivolto quando cominciarono ad arrivare le prime
La difesa
Ci incontravamo un po’ dappertutto, quando sono stata licenziata lui si offrì di aiutarmi
richieste di denaro, dietro la minaccia di svelare la tresca alla moglie. «Adesso mi diverto io» è una delle frasi scritte dalla donna all’ex amante per mettergli fretta dopo la richiesta di pagamento di 150 mila euro per comprare il suo silenzio. Ma sembra che la donna fosse anche pronta ad alzare la posta in gioco. In casa sua durante la perquisizione i carabinieri hanno sequestrato computer e cellulari, ma hanno anche trovato un indizio in più, ossia una frase critta di pugno dalla ragazza in cui si dice che la ditta in cui lavorava «produce fatture false». Probabilmente la Andretta voleva alzare il tiro del ricatto, dopo che alla moglie erano già arrivate lettere che alludevano alla relazione clandestina. Il legale Filippo Giacomello: «Sara ha detto al giudice che quei soldi erano un risarcimento per il lavoro perso, il reato però c’è, chiederemo il patteggiamento». Il pubblico ministero Sergio Dini si appresterebbe a chiedere per lei il giudizio immediato.