Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Inala azoto per errore, muore in fabbrica

Tragedia alla «Fis» di Lonigo: un operaio di 36 anni avrebbe sbagliato a usare l’erogatore

- Benedetta Centin Angela Tisbe Ciociola

LONIGO (VICENZA) Avvelenato dall’azoto respirato per errore, al posto dell’ossigeno. Sarebbe morto così — ma è solo una prima ipotesi da verificare — Andrea Galiotto, l’operaio di 36 anni, vicentino di origine e veronese di residenza, che ieri pomeriggio è stato trovato a terra dai colleghi, in uno dei reparti della Fis, Fabbrica italiana sintetici, di Almisano di Lonigo (stabilimen­to chimico ex Zach System del gruppo Zambon). La squadra di pronto soccorso dell’azienda non ha perso tempo a intervenir­e per rianimare il collega, 37 anni da compiere in ottobre, e in seguito ci hanno pensato i paramedici del Suem 118. Ma purtroppo le manovre per far tornare a battere il cuore di Galiotto, durate più di 40 minuti, sono risultate vane.

Una tragedia che dovranno chiarire i carabinier­i di Lonigo e i tecnici dello Spisal intervenut­i nello stabilimen­to della società leader mondiale nella fornitura di principi attivi in campo farmaceuti­co, rimasti fino a tardi per i rilievi e per sentire i testimoni. Utili a dare un senso a un incidente difficile da spiegare anche per i colleghi della vittima. Da quanto emerso in un primo momento Galiotto, nato ad Arzignano e residente a San Giovanni Ilarione, avrebbe inalato con la mascherina azoto e non l’ossigeno per lavorare in sicurezza durante il turno. L’azoto è presente invece in reparto per rendere inertizzat­i gli essicatori in cui avvengono le lavorazion­i dei principi attivi, per scongiurar­e incendi. Si tratta di due impianti distinti e per gli addetti ai lavori sarebbe difficile confonders­i visto che l’attacco dell’azoto è diverso per struttura e dimensione. Un dramma incredibil­e, tutto da appurare. E a questo punto non potrebbe nemmeno escludersi un malore che nulla ha a che fare con i gas. Risposte in tal senso potranno arrivare solo da esami più approfondi­ti, dall’autopsia che potrebbe essere disposta già nelle prossime ore. Di certo ieri tra i dipendenti c’era grande disperazio­ne e sul posto, fino a tarda sera, sono arrivati i rappresent­anti sindacali, per capire, e i familiari della vittima. A quanto risulta Galiotto non era affatto alle prime armi, lavorava nello stabilimen­to di Almisano di Lonigo da tre anni. «Un operaio preparato — dicono i colleghi — un bravo ragazzo, uno sportivo, con una fidanzata che gli voleva bene». «Una tragedia — il commento di Verena Reccardini, segretario provincial­e Filctem Cgil, fino a tarda sera sul luogo dell’incidente — rimaniamo in attesa di capire cosa sia successo, attraverso l’autopsia e gli accertamen­ti che saranno svolti».

L’incidente di ieri è il quarto negli ultimi giorni a partire dall’inferno delle Acciaierie Venete, in cui quattro operai sono rimasti gravemente ustionati. Ieri le condizioni di salute di due di loro - rimaste stabili in questi giorni - stavano peggiorand­o. È anche per questo che oggi è in programma a Padova una manifestaz­ione regionale proclamata da Cgil, Cisl e Uil sul tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. I sindacati ricordano che dall’inizio dell’anno le vittime del lavoro sono state 34 e lanciano un appello ad aziende e lavoratori «affinché vi siano il massimo rispetto delle regole e delle norme sulla sicurezza e la massima attenzione».

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