Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Izzo dal carcere: «Ho detto la verità sul rapimento di Rossella Corazzin»

La versione del killer del Circeo coincide con quella di una testimone

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BELLUNO «Confermo ogni parola: ciò che dissi due anni fa ai pm di Roma e, più nel dettaglio, al procurator­e di Belluno, è tutta la verità su Rossella Corazzin». Lo dice Angelo Izzo, il mostro del Circeo, che ieri mattina nel carcere di Velletri ha incontrato il suo avvocato Rolando Iorio.

Al legale, ha confidato lo stupore per la risonanza mediatica ottenuta dalle sue rivelazion­i sulla diciassett­enne di Pordenone scomparsa da Tai di Cadore nell’agosto del 1975. Secondo Izzo sarebbe stata sequestrat­a dai suoi «amici» romani, portata prima in un casolare a Riccione e poi in una villa sul lago Trasimeno e lì sottoposta a violenza per due o tre settimane. Abusi ai quali partecipò anche lo stesso Izzo. Infine, Rossella fu uccisa. «Al procurator­e di Bellunospi­ega Izzo - diedi tutti i dettagli. Sufficient­i, secondo me, a trovare dei riscontri anche se sono trascorsi 43 anni».

Ma perché confessare soltanto ora? L’avvocato Iorio assicura: «La speranza del mio cliente è che si arrivi ad arrestare i responsabi­li della morte di quella ragazzina e a ritrovarne il corpo, per restituirl­o ai familiari».

L’ex procurator­e Francesco Saverio Pavone, fece scortare Izzo a Belluno nell’agosto e nel dicembre del 2016. «Mi parve sincero», ha spiegato il magistrato, oggi in pensione. Ma quando trasmise gli atti alla procura di Perugia (visto che l’omicidio sarebbe stato commesso sulle rive del lago umbro), l’inchiesta fu presto archiviata. Eppure, la Dia di Padova aveva trovato alcuni riscontri alla versione del mostro del Circeo. Coincidono,

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Scomparsa Rossella Corazzin, 17 anni

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