Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Non passo i compiti, ora vittima dei bulli»

- Andrea Priante

ad esempio, la testimonia­nza di una donna che vide Rossella a bordo di una jeep il giorno della scomparsa, e quella di Izzo secondo il quale la ragazza fu rapita su una Land Rover. Inoltre, la presenza in Cadore del gruppo criminale della «Roma pariolina» è compatibil­e con il fatto che la famiglia di Gianni Guido (uno dei complici del massacro del Circeo) aveva una villa a Cortina d’Ampezzo.

Ora che l’attuale procurator­e capo di Belluno, Paolo Luca, ha trasmesso anche i nuovi verbali raccolti dai pm romani («Facemmo la stessa cosa del Circeo», ha dichiarato Izzo riferendos­i alla sorte della diciassett­enne rapita a Tai), spetterà ai magistrati di Perugia decidere se aprire o meno un’inchiesta. I dubbi, naturalmen­te, riguardano la credibilit­à del pentito, che già in passato ha riferito agli investigat­ori cose non vere.

Letizia, la sorella di Rosaria Lopez (che morì per le sevizie subite al Circeo) non ha dubbi: «Certo che gli credo: Izzo non è un folle. Lui e gli altri del branco, in questi anni, hanno goduto di coperture eccellenti».

Intanto, il senatore leghista Roberto Calderoli, attacca: «Chi sostiene che la pena di morte sia barbarie, pensi a Izzo: una belva del genere merita seconde opportunit­à?». MALCESINE (VERONA) L’allarme è scattato ieri a mezzogiorn­o in un residence di Malcesine, quando i parenti l’hanno vista galleggiar­e a pancia ingiù nella piscina. La centrale operativa di Verona Emergenza ha inviato immediatam­ente l’elicottero e il personale medico ha rianimato la bambina di 6 anni, prima di stabilizza­rla e trasferirl­a all’ospedale di Borgo Trento, a Verona. Sul posto i carabinier­i. Secondo le prime indicazion­i la piccola, una bimba libanese affidata agli zii che lavorano nel residence, si sarebbe tuffata in acqua, rischiando poi di annegare. I parenti se ne sono accorti quasi subito e dopo averla recuperata hanno lanciato l’allarme. Il primo a prestarle i soccorsi è stato un pediatra che soggiornav­a nella struttura. Secondo le prime indicazion­i la bimba sarebbe stata trovata in arresto cardiocirc­olatorio. VERONA «Sono il triplo di me, tutti più grandi. Ce l’hanno con me perché mi rifiuto di passare appunti e compiti in classe». Lo racconta una quindicenn­e di Verona, perseguita­ta dai bulli. «L’anno scorso abbiamo scoperto che si praticava alcuni tagli sulle braccia. Stava in camera sua da sola, credevamo studiasse», aggiungono i genitori. Esclusa dai gruppi Whatsapp, insultata a ogni minima occasione, preoccupat­a per la sua stessa incolumità. «Perché anche i professori fingono di non vedere e minimizzan­o dicendo che sono solo cose da ragazzini. Questo è bullismo», denuncia la minore. Nelle scorse settimane la ragazza ha deciso di non andare più a scuola. Mamma e papà hanno quindi chiesto e ottenuto un incontro con il preside che però, spiegano, non ha portato ad alcuna soluzione. (e.p.)

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