Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tornelli fissi da luglio a fine estate Brugnaro: «Aperti, ma pronti»

Domani il Cosp. Flash mob delle associazio­ne: «Biennale scollata dalla città»

- G.B.

VENEZIA Non solo singoli giorni da bollino nero, ma tornelli installati da metà luglio a fine estate per gestire l’assalto dei turisti mordi e fuggi: domani il Comune ne discute al Comitato per l’ordine e la pubblica sicurezza (Cosp). L’obiettivo è non trovarsi impreparat­i specie «in quei giorni di pioggia quando dalle spiagge si riversano tutti in città», dice il sindaco Luigi Brugnaro.

I tornelli torneranno per il prossimo week end del 2-3 giugno e presto sarà pronto il calendario di tutto l’anno. Intanto però il sindaco pensa di installarl­i senza toglierli («Anche perché costa») per i mesi clou dell’estate, da Redentore in poi.

«Lunedì al Cosp ci chiariremo su alcune date prossime continua il sindaco - I varchi in stazione e piazzale Roma saranno più duraturi, presidiati ma non chiusi, così in caso di necessità, basta attivarli». Il 4 giugno, i tornelli saranno rimossi ma torneranno per il Redentore e resteranno fino a settembre.

Intanto ieri Venezia ha avuto un assaggio di come sarà la stagione estiva: San Marco e Rialto erano invasi dai visitatori e i vaporetti erano pieni. Questo fine settimana al normale flusso turistico, si aggiunge anche il popolo della Biennale, che ha voluto visitare Giardini e Arsenale. Ieri, le biglietter­ie hanno chiuso con 7 mila ingressi, mille in più rispetto al 2016. Tra loro ieri, alle 12, nell’ora di punta degli accessi all’esposizion­e, il Gruppo 25 aprile, il comitato No Navi, Italia nostra e Futuro dell’Arsenale hanno inscenato un flash mob ai Giardini per sensibiliz­zare visitatori e Biennale ai problemi cittadini e lanciare la «Marcia per la di- gnità di Venezia» del prossimo 10 giugno. «La Biennale propone riflession­i molto importanti ma è scollata dalla città - spiega Marco Gasparinet­ti, portavoce del 25 aprile Proponiamo che si dedichi una giornata di approfondi­mento sui problemi di Venezia. La Biennale è stata una grande risorsa per la città, ci chiediamo se lo sia ancora. Non stimola la ricerca artistica locale, e ha progressiv­amente svuotato gli spazi cittadini perché i proprietar­i preferisco­no i lauti guadagni che provengono da locazioni temporanee per gli eventi artistici, piuttosto che affittarli ad artisti e artigiani residenti».

Il tema «Freespace» come spazio libero da restituire alla cittadinan­za, scelto per la sedicesima Biennale architettu­ra, a detta delle associazio­ni, si presta a questo tipo di riflession­e. Una riflession­e che il presidente Baratta condivide e che ha posto in modo diverso, però, in apertura della Biennale Architettu­ra, quando ha lanciato la sua ricetta per «riportare sangue pulsante nelle vene di Venezia», ossia immettere cultura, riempiendo di istituzion­i quegli spazi vuoti che, altrimenti, sarebbero destinati al turismo. «La Biennale mostra che qui è possibile lavorare bene - aveva detto - Venezia è il luogo perfetto per insediare istituzion­i». L’idea trova il plauso del sindaco («La faccio mia») e del presidente del Veneto Luca Zaia, favorevole anche all’introduzio­ne della prenotazio­ne per visitare Venezia. «La Biennale è un modello che funziona, replicabil­e in Veneto e fuori dal Veneto», dice. Aggiunge Brugnaro: «Spazio per altre istituzion­i c’è e già ce ne sono tante, ci sono Pinault, Guggenheim e pure la Misericord­ia, la Cini ha ripreso vigore con la nomina azzeccata dell’ex soprintend­ente Renata Codello. Attirano visitatori che siamo onorati di ricevere, mentre siamo meno contenti delle gite in giornata».

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Arrivi e proteste Primo giorno di apertura, 7 mila visitatori alla Biennale. A fianco la protesta , sotto il bosco a San Giorgio(foto Vision)
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