Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Prodi in autogrill, un cliente: «Rivogliamo la lira»
Ha fatto tappa in un autogrill alle porte di Mestre e all’improvviso si è sentito gridare: «Rivogliamo la lira!». Il veneziano che l’ha apostrofato così lo aveva riconosciuto e soprattutto si era ricordato che era stato lui, Romano Prodi, a guidare il Paese nel viaggio verso l’euro. «Gli ho risposto che il problema non è l’eccesso di Europa - dice l’ex capo del governo nel corso del seminario sulla questione europea svoltosi ieri a Mestre, invitato dal senatore pd Andrea Ferrazzi - lo è invece la scarsità d’Europa». Prodi ripercorre tutte le tappe: l’allargamento, l’aumento di potere della commissione europea, i due anni di lavoro sulla costituzione. «Quando è stata bocciata da parte di francesi e olandesi è stato l’inizio della fine - ci ripensa deluso perché tutto il lavoro politico che accompagna va queste cose si è interrotto e il potere è passato dalla commissione europea (che rappresenta il sovranazionale) al suo consiglio (che rappresenta i Paesi). Lì comanda la nazione più forte». Inutile fare i nomi, Prodi lo chiama «predominio tedesco, autore di una politica che ci ha gravemente danneggiato». Il risultato? Ogni Paese membro, spiega, si è fatto la sua politica, arrangiandosi. Ma una cosa è cambiata, perché l’arrivo di Macron in Francia, sospetta, ha spaccato l’egemonia tedesca: «L’interesse europeo diventa secondario e la Francia preme sulla politica estera. Va anche a bombardare la Siria e non avvisa nemmeno i tedeschi. Così, in Europa, la Francia si è appaltata la politica estera e la Germania ha concentrato ancora di più quella economica». Una situazione che non giova all’Europa, ha detto, schiacciata da una parte dalla Cina «che si sta talmente modernizzando che il poveraccio chiede l’elemosina con lo smartphone», dall’altra dagli Usa alla cui supremazia militare si aggiunge «quella delle nuove tecnologie. Perché Google, Apple e Ebay sono diventati ormai padroni del mondo».