Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Sul Cvn aveva ragione Cacciari I soldi? Erano solo per le elezioni»

Galan: villa Rodella ha creato invidia, sapevo di essere indagato

- di Roberta Polese

PADOVA Seduto in fianco all’aula dove deve parlare come teste dell’accusa, si confonde nel via vai del palazzo di giustizia di Padova. Abito chiaro Pal Zileri, camicia azzurra, sono in molti a riconoscer­lo. Giancarlo Galan ieri era in tribunale, chiamato dal pm Federica Baccaglini a spiegare i suoi rapporti con Franco Cappadona, l’ex luogotenen­te siciliano a capo dei carabinier­i della procura di Padova, imputato per favoreggia­mento aggravato e rivelazion­e di segreto d’ufficio. Nel 2013 il maresciall­o aveva fatto sapere a Galan che la Finanza di Venezia stava indagando sulla sua villa. Ciò che accadde dopo è una storia giudiziari­a ormai nota: il Mose, l’accusa di tangenti, il patteggiam­ento a 2 anni e 10 mesi.

Ora la vita dell’ex doge azzurro della seconda repubblica è in una villetta sui colli, con la moglie e la figlia.«Di politica non parlo. Il mio problema ora sono le cavallette che mi infestano il giardino». E il nuovo governo? «Non so niente, non leggo i giornali e non guardo la tv». Il suo grande amico Silvio Berlusconi invece ancora non molla, nonostante Forza Italia sia ai minimi storici… « Con Silvio ci sentiamo ancora, ma non parliamo di politica, siamo due vecchi e parliamo di cose da vecchi». Sente ancora i suoi ex alleati? «Con qualcuno, anche dell’opposizion­e, ho mantenuto buoni rapporti, non dico i nomi sennò gli rovino la carriera». Galan racconta di aver impiegato del tempo per uscire per strada. «Ora incontro solo gente che mi vuol bene, non sento odio attorno a me», confessa. E su villa Rodella ammette che è stato un errore comprarla. «Dovevo mettere in conto l’invidia di tanti - riflette - ma ci tengo a ribadire che quella casa l’ho comprata con i miei soldi, non avevo bisogno delle tangenti. Guardate le mie dichiarazi­oni dei redditi, avevo preso un miliardo di lire di liquidazio­ne da Publitalia, vorrei un processo per raccontare quello che so».

Allora perché ha patteggiat­o? «Non glielo posso dire, è un segreto - è la replica dell’ex governator­e - Ma le dico che vorrei che ci fossero sviluppi, forse ce ne saranno ancora. E’ passata la linea di Baita, della Minutillo e di Mazzacurat­i che se la gode a La Jolla, in California. Questi sono i “nuovi eroi”». I soldi in realtà giravano. «Sì ma andavano tutti nelle campagne elettorali, anche Chisso si pagava le sue». Galan ammette anche che se tornasse indietro non farebbe le stesse cose. «Aveva ragione Cacciari sulla concession­e unica al Consorzio - spiega - allora mi sembrava una buona idea non indire gare per ogni lavoro, ma alla luce dei fatti avevo torto».

Sul processo a Cappadona, Galan taglia corto. «Aveva fatto in modo che mi arrivasser­o delle informazio­ni, ma io sapevo che indagavano su di me». Poi si aprono le porte dell’aula, Galan sale sul banco dei testimoni. Poco prima la Finanza aveva ricostruit­o le segretissi­me indagini sul Mose e sono state ascoltate le telefonate tra Cappadona e Galan: «Hai parlato con la Regi? (Regina Bertipagli­a, forzista di Piove di Sacco, cui Cappadona aveva raccontato delle indagini sul Mose e villa Rodella, all’epoca ancora segretissi­me, ndr), in un modo o nell’altro ti tengo notiziato». Galan al telefono taglia corto, perché forse sa che lo intercetta­no. «Cappadona non mi ha detto nulla che non immaginass­i già», ha ribadito l’ex doge. Parla pochi minuti, poi se ne va, accompagna­to proprio dalla fedele Regina Bertipagli­a, che non lo ha mai tradito.

 ??  ?? A Padova Giancarlo Galan ieri in tribunale a Padova con la fedele Regina Bertipagli­a (Bergamasch­i )
A Padova Giancarlo Galan ieri in tribunale a Padova con la fedele Regina Bertipagli­a (Bergamasch­i )

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